MANIC PIXIE DREAM CUNT / SHILPA RAY (AMOS POE)

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MANIC PIXIE DREAM GIRL.

L’altro giorno ho avuto una discussione dove gli animi si sono accesi. Il mio non proprio ma diciamo che le mie due interlocutrici, due ragazze, due donne, due persone di un certo livello e impegno intellettuale si sono sentite offese da un mio discorso generico (e che di sicuro generalizzava troppo) sul fatto che dal mio punto di vista di obiettore e di (para ed ex) attivista non violento, le donne che si arruolano nell’esercito o che sono volontarie nelle guerre del mondo finiscono secondo me per confermare un modello piramidale, patriarcale e maschilista che invece dicono e credono di combattere scegliendo quella via.

Chiaramente il pezzo forte delle loro argomentazioni era che la donna deve avere il diritto di scegliere anche laddove le cose a qualcuno possono sembrare sbagliate. Il diritto di scelta è più importante del risultato finale.

In effetti la libertà di scelta anche a me appare molto importante o fa pensare che possa essere più importante della cosa in sé ma per quanto mi sforzi, riemerge nella mia testa l’idea che una persona, di qualsiasi sesso sia, se fa una cosa che ritengo non giusta, di per sé, anche se la scelta rende più libera la società, mi sembra ancora una cosa sbagliata.

Sballottato tra i fantasmi di un mio possibile maschilismo e un eventuale fondo antidemocratico mi sono messo a riflettere e mi è tornato in mente qualcosa di questo video. Non è chiaramente la risposta più profonda e filosofica che ci sia e non fuga tutti i miei dubbi. Forse però è in linea con qualcosa che penso e che va oltre la giusta rivendicazione di uguaglianza e offre alcuni spunti importanti che mi convincono di un nuovo e fresco possibile femminismo. Con questo video Shilpa Ray crea e grida la sua forma. In modo sgarbato e irriverente ci urla in faccia la sua femminilità non docile o tantomeno accondiscendente. Non si integra, non si allinea. Sta contro perché sta sul suo, sulla sua posizione. Non è d’accordo, non è buona, non è integrativa o complementare.

Può darsi che questo pensiero mi serva semplicemente per placare i dubbi di essere una cattiva persona ma l’idea di inventare nuove vie e non adeguarsi a quelle già esistenti, di non chiedere di essere integrati e rispettati tramite l’uguaglianza con gli altri, mi convince e mi consola di più. L’idea di ribellarsi al precostituito, agli standard, alle abitudini che vogliono le donne belle e fascinose, delicate e accoglienti, pratiche e precise, mi sembra di gran lunga una rivoluzione migliore di quella di avere la liberta (concessa) di fare tutti gli errori che gli uomini hanno fatto per millenni senza mai pensare troppo di correggere.

L’intento aggressivo, a tratti violento di questo video, mi convince, mi scuote e mi spaventa pure ma mi sembra che l’atteggiamento non accomodante, conflittuale e dirompente conquisti più libertà e affermazione della sola possibilità di scelta che comunque deve esserci e deve essere data a tutti!

Il video, come la canzone stessa è un urlo. Un susseguirsi confuso e confondente di immagini graffiate, sporche, a tinte forti, buttateci in faccia con sprezzante sdegno.

Una carrellata di donne che riempiono la scena non per la loro importanza storica nonostante l’ombra alla quale gli uomini l’hanno relegate – sono femminine con un significato proprio e intrinseco -.

Donne ritratte, dipinte, scolorate. Donne che colpiscono, che urlano, che manifestano. Donne della storia, delle religioni, donne violente; donne che colpiscono!

Il video è un patchwork di immagini rubate e trattate graficamente con interventi pittorici e scritte. Una modalità già vista per altre opere ma qui argomento, potenza e aggressività polarizzano la discussione:

All you little lost creeps in your uniforms / Tutti voi piccoli perduti strisciate nelle vostre uniformi
Still stuck in puberty / Ancora bloccati nella pubertà
You can go gas lighting / Potete andare con l’illuminazione a gas
Go gas lighting / Andate con l’illuminazione a gas
But your never gonna get to the best of me / Ma non riuscirai mai ad avere la meglio su di me

Teniamo conto di un’altra cosa guardando questo video. La frase Manic Pixie Dream Girl, qui rafforzata e virata a più espliciti concetti, è il modo che soprattutto il mondo del cinema ha per etichettare quelle ragazze eccentriche ed energiche che di solito incontrano un uomo depresso, fallito o in procinto di suicidarsi e gli risolvono la vita. Sono quei personaggi femminili che per la loro particolarità insegnano ad amare la vita ad un protagonista lagnoso e moscio. La ricompensa che queste donne avranno alla fine della storia sarà che il protagonista si innamora di loro. Ecco, Shilpa Ray risponde feroce e sprezzante: “I’m a manic pixie dream cunt” (sono una fica da sogno folletta maniacale).

SHILPA RAY. AMOS POE. 2020

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