L’ASTRAZIONE CHE REPLICA L’ETERNA GUERRA.
Il quartetto dei Future Islands si muove con stile nel revival del sinth-pop anni ’80 e pubblica per 4AD. La traccia è guidata da un basso profondo che entra ed esce fino a far girare il pezzo, le tastiere entrano estatiche e aprono a mondi immaginifici, la batteria rimette tutto in ordine lasciando il giusto spazio a Samuel Herring per il canto.
Il video è curato da Wayne White e da suo figlio, un pluripremiato Grammy Awards (per “Tonight, tonight” degli Smashing Pumpkins fra gli altri) e in questo caso si muove velocissimo su una pluri-stratificazione di immagini in veloce movimento.
Si parte con una bomba che esplode con scenari di guerra e da quella bomba prende forma una sorta di essere antropomorfo costruito usando le macerie stesse della bomba. L’essere muta forma ancora rincorrendo il simbolo del dollaro che non può raggiungere perchè distanziato da un asse; le sagome perdono continuamente di riconoscibilità finché un gruppo di antropomorfi rifugiati si muovono in verso opposto ad altri personaggi che dall’aspetto richiamano le divise dell’esercito.
I rifugiati in breve tempo lasciano spazio al centro della guerra con soldati e carri armati deformi fino all’apparizione di un gigantesco “zio Tom” sorridente tutto vestito in stelle e strisce. Gli agglomerati antropomorfi continuano a cambiare, di guerra in guerra, cervelli in fuga con gambe e relative Converse. E ancora cambi repentini di sfondi con case semidistrutte ed esseri disperati costruiti con chissà cosa che si tengono la testa fra le mani, cimiteri nazisti e umanoidi con pale che si guardano intorno con uno sguardo tra l’impaurito e il curioso, tutto fino alla grande caduta.
L’artista riesce a rendere la vuotezza dell’uomo che insegue il denaro, delle grandi super-nazioni che ci sguazzano e guadagnano nelle guerre così come nel terrore e nella confusione dell’uomo comune. Per quanto gli umanoidi siano astratti il messaggio arriva forte e chiaro, ed è un peccato che questo video non sia stato premiato.
FUTURE ISLAND. WAYNE WHITE. 2020.
