IN DIRETTA DALLA STALLA.
Marina Herlop, musicista sperimentale catalana, è l’unica protagonista umana di questo controverso video quasi documentaristico caratterizzato da una atmosfera campestre notturna in attesa che nel chiuso di una stalla si realizzi un evento naturale, come frequentemente accade negli allevamenti delle aziende agricole.
“Miu” si potrebbe definire un anti-video per antonomasia, per la continua ricerca di stravolgere tutti quei cliché estetico-formali al servizio di un risultato accattivante e di facile fruizione.
No, qui siamo essenzialmente agli antipodi, anche se proprio per il suo realismo e per la sua forza viscerale rimarrà a lungo impresso nella mente.
Lei, un esile folletto avvolto da un velo, si aggira al buio per le campagne sotto un “innaturale” cielo rosa-blu e sembra un’entità aliena, meravigliato testimone di ciò che sta per avvenire nei paraggi da lì a poco, e intanto la dolce nenia cantata con una lingua indecifrabile e cadenzata da intervalli e modulazioni indiane comincia ad imporsi, fino ad ipnotizzare l’ascoltatore e condurlo per mano verso una realtà del tutto inaspettata.
Con immagini sfocate e fugaci di un allevamento bovino mal illuminato, il regista Anxo Casal via via ci ospita in una stalla dove, tra un indefinito attendere, incertezze, “falsi allarmi” e segni inequivocabili, assisteremo al travaglio di due vacche al momento del parto, il tutto ripreso nel modo più diretto possibile, senza alcun artificio tecnico o estetico, tra un certo disagio e perfino disgusto, accompagnati da un sentimento di meraviglia per questo “venire al mondo” che ha sempre un qualcosa di miracoloso.
La presenza di Marina Herlop conferisce un’aura quasi dolce e mistica all’ambiente, grazie anche al rapporto empatico instaurato con gli animali, pur in un perenne stato di sottile apprensione, fatto di gesti misurati e un sostegno “materno” appena accennato, quasi una assistente al parto, pronta ad intercettare il fatidico momento nonché a mitigare il forte impatto visivo con tutto il bagaglio di sangue, umori, escrementi e placenta, che lascia intuire gli insostenibili miasmi presenti nell’ambiente.
Ma ciò che in un certo modo cancella il disagio delle immagini precedenti è l’incondizionato e inconsapevole impulso che subito si instaura tra la madre e il neonato vitellino che perplesso si guarda attorno e si alza ben presto sulle sue zampe, già pronto alla vita…(chissà!).
MARINA HERLOP. ANXO CASAL. 2022.