BLINK 182
Oggi vi parlerò di un videoclip dei Blink 182. Come? Direte, il titolo di quest’articolo annuncia un’altra cosa. E allora? È che penso che certi gruppi (per me è più facile pensarlo per quelli che non mi piacciono molto) debbano tanto del loro successo e del loro stile a qualcun altro, a ciò che copiano e a ciò che rubano dal passato quando tutti se lo sono dimenticato.
Allora incappo per caso in questo video dei Blink 182 – Dance With Me. Non sono tanto portato ai Blink 182 ma nel video c’è qualcosa che mi sfugge e mi incuriosisce. Si capisce in fretta che giocano, stanno interpretando una parte, fanno finta di essere altro da loro e lo fanno abbastanza bene e tutta l’atmosfera e ben studiata e dal chiaro sapore antico: un chiaro sapore anni 80.
Loro tre, in pieno stile punk antico, sono seduti di fronte ad una telecamera e un’intervistatrice in rosso piena di energia, fa domande e li presenta in modo ironico e loro giocano con se stessi e con i fans che appaiono solo in forma di rumore di fondo. Vabbé, c’è qualcosa che non capisco. Appaiono vaghi segnali nella mia mente ma non so ben mettere a fuoco. Non ci arrivo subito. Sono un po’ arrugginito e poi, diciamolo, stanno facendo il verso a una cosa successa più di quaranta anni fa.
Insomma l’intervista va avanti tra giochi e battute e poi succede una cosa. Vengo infilato in una macchina del tempo e trasportato direttamente nel 1978. I musicisti punk in penombra seduti ad un tavolo proprio sul proscenio dell’inquadratura. La luce si alza e si vedono scatole di corn flakes, bevande e cibi vari come per una colazione particolare e dietro una stanza con luci, ombre, scatole al muro, lampade e porte. Parte la musica inizia a entrare gente. Arriva prima la sensazione della risposta.
I Blink 182 non sarebbero nessuno se non ci fossero stati prima di loro i Ramones e diciamo che citare copiando in modo così scrupoloso il videoclip Wanna Be Sedated è un riconoscimento di stima doveroso ma anche un’ammissione bella e buona.
Il video dei Ramones, come quello rifatto dai Blink 182, ha una telecamera fissa puntata su questi quattro (i Blink 182 sono solo tre) bruti in un’atmosfera domestica e tutto si svolge in un totale piano sequenza di meno di tre minuti. Sembra che i quattro si siano appena alzati e con le loro solite facce sconvolte coperte da sontuosi e foltissimi capelli da capelloni, Ray Ban scuri da motociclista e l’immancabile giacca di pelle nera, interpretano il brano in uno stato di calma totale, senza la loro solita rabbia e i loro consueti gestacci da punk.
Il gruppo newyorkese è stato una delle pietre di volta del movimento punk rock e forse è stato quello che più di tutti ha influenzato il genere.
Qui sono docili e casalinghi. Ma ben presto il video si popola di una parata di personaggi e accadimenti molto gustosi in una sorta di carosello che torna ad essere punk.
Giocolieri, spose, ballerine e acrobati. Un militare vestito con la bandiera americana entra dal tetto per prendere in ostaggio una suora e per poi uscire di scena poco dopo lanciandosi contro un muro e sfondandolo.
La follia aumenta e il caos cresce sempre più, mentre i Ramones al tavolo placidi fanno colazione o leggono i giornaletti. Arrivano ridicoli dottore e infermiera per sedare Joey Ramones (si, per chi non lo sapesse tutti i membri dei Ramones fanno di cognome Ramones) e distribuire pillole e calmanti come la canzone chiede.
Nell’ingarbugliarsi di cose e situazioni che si sommano, la band non si scompone. Sembra proprio il quotidiano, normale inizio di una mattina dell’aggressiva band che ha destabilizzato il mondo intero della musica.
I Blink 182 nel loro tributo, nella dichiarazione d’amore ma anche nell’ammissione involontaria di essere quel che sono perché un morso qua un morso là hanno rimasticato l’arte dei loro fratelli maggiori, citano e mettono insieme un’intervista storica fatta ai Ramones al Tomorrow Show da Tom Snyder nel 1981 (vedila qui) e il video suddetto. Vabbé via, per correttezza metto anche il link al video dei Blink 182 visto il contributo che senza saperlo hanno dato a questo modesto articolo (vedilo qui).
RAMONES. BILL FISHMAN. 1979