MY BEAUTIFUL VIBRATIONS.
Gli Idles sono per gente sanguigna, e possibilmente working class.
Messo subito in chiaro questo dettaglio non marginale si parte con una reminiscenza cinematografica targata 1985, Stephen Frears esce con “My beautiful laundrette” tratto dal romanzo di Hanif Kureishi, nel video “Dancer” l’immagine arriva quasi subito, riferimento voluto o no poco importa: l’idea è quella di una forte connessione tra i fans della band di Bristol e gli impulsi che scaturiscono dalla loro musica, con l’impossibilità di stare fermi ascoltando Joe Talbot e soci, reduci da un album che non ha esaltato e impazienti di rinverdire i fasti del loro primo album datato 2017, “Brutalism”.
Il video è diviso esattamente in due parti, nella prima metà va in scena una panoramica su diversi luoghi di lavoro tutti ben muniti dei più vari dispositivi di riproduzione musicale, lavori che, curiosamente, hanno in comune la mission di sanificare: un minuto e quaranta secondi che definirei geniali e perfetta la coreografia con la band nel garage sotterraneo; nella seconda, molto più banalmente, troviamo i cinque di Bristol on stage dove offrono il meglio di sé come sanno anche gli aficionados dello stivale italico.
Infine appare evidente l’omaggio al Kubrick di “A Clockwork Orange” con l’accento posto ancora sulla carica esplosiva e caotica della loro musica, lo sguardo spiritato di Alex tradotto nei decibel scagliati sul pubblico, e si balla, senza alcun freno.
IDLES. JOCELYN ANQUETIL. 2023.
