SARÀ PERCHÈ TI ODIO!
Il cantante di Cracovia IGO, per l’occasione non accompagnato dal producer Bass Astral, scrive un pezzo dal titolo sloganistico “Riguarda anche te”, in cui, giocando con allusioni e sottintesi, solleva l’annosa questione dell’odio che dilaga nel reale, ma che spesso ha i suoi input nel virtuale e affligge e condiziona chi ne è coinvolto.
Un fenomeno “quello dei guerrieri o leoni da tastiera”, così complesso e difficile da arginare, che di fatto lascia libero campo ad una aggressività tanto più deleteria quanto celata dietro all’anonimato.
La clip diretta dal polacco Piotr Onopa, sfrutta i cliché degli hunted movies, (tra i tanti, “La pericolosa partita”, “La decima vittima”, “Hunger games”, “the Hunt” di Craig Zobel ecc.) mettendo in scena una adrenalinica sintesi in chiave action delle minacce in rete, in cui la ferocia dei predatori prende l’aspetto di un crudele gioco di società mirato all’annichilimento del nemico, dello straniero, del diverso…
Un setup crudele organizzato come un Safari, con tanto di guida turistica che conduce gruppi di persone differenziate dall’outfit cromatico in un luogo remoto, per dar il via ad un tiro al bersaglio in cui le vittime designate non sono certo gli animali della foresta.
Tutti i cacciatori in gara hanno il volto nascosto da caschi integrali (tetra metafora di chi agisce indisturbato davanti allo schermo del proprio device) e seguono la guida, inoltrandosi in un fitto bosco per raggiungere il punto stabilito per la sfida.
L’area, di un verde pettinato delimitata da una lunga corda, rivela poco distante una “zona di caccia” di forma circolare, in cui una coppia di giovani dallo sguardo impaurito e con addosso una vistosa t-shirt gialla con un bersaglio disegnato, attende preoccupata.
Il tempo per un briefing veloce e ambientarsi nel nuovo spazio e comincia la parte più drammatica che suscita subito in noi incredulità e sconcerto: i ragazzi al centro della scena diventano immediatamente oggetto della truce escalation, alla quale cercano di opporsi muovendosi accennando a qualche passo di danza per evitare i colpi, ma anche cercando di accondiscendere alla “riuscita della performance” (metafora della brevità virale dei contenuti video sui social) mentre a turno i concorrenti si accaniscono con mezzi sempre più letali, dai sassi alle frecce, alle armi da fuoco.
Man mano che le sessioni “di caccia” si susseguono alla stregua di un tragico decathlon, le due “prede” appaiono sempre più ferite e sfinite, ma ciononostante cercano di rialzarsi e portare a termine la propria “missione”, cioè non morire; un comportamento che urta e innervosisce alcuni concorrenti che a viso scoperto si lanciano rabbiosi contro i due, (l’incursione del virtuale nel reale?) per finirli a mani nude.
Ma nel finale, la scorza dei due giovani appare più dura di quel che si poteva pensare: si rialzano di nuovo e sembrano pronti per affrontare l’ennesima session.
IGO. PIOTR ONOPA. 2022.