ALL OF THE PEOPLE / GRIAN CHATTEN (SAM TAYLOR)

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ESISTENZIALISMO, ANCORA TU?

“Me misera che ho visto quel che ho visto, e vedo quel che seguito a vedere.”

Dal monologo di Ofelia nell’Amleto di Shakespeare può trarre origine il video che Sam Taylor ha girato per Grian Chatten, conosciuto per essere il cantante dei dublinesi Fontaines D.C., “All of the people”.

Lo stesso regista lo ha presentato come un omaggio a Lars Von Trier e possiamo facilmente intuire che il riferimento sia alla Trilogia della depressione e più in particolare allo splendido “Melancholia” (2011).

E come il pianeta che nel film sta per abbattersi sulla terra distruggendola, qui la catastrofe riguarda i sentimenti, rapporti tra gli esseri umani in deterioramento, la vacuità e l’irrequietezza prendono il sopravvento: a questo rimanda ogni fotogramma che scorre sotto i nostri occhi, scandito dalle note senza cambi di ritmo del pianoforte, la speranza nell’altro, il protendersi con gioia verso il vicino, subito velata da una profonda tristezza .

Ambientato in una scuola di recitazione, ma sembra l’interno di una gabbia, i personaggi sono ripresi, al di là dei gesti da ripetere e imparare, accentuandone il senso di solitudine disumanizzata, li vediamo più come ombre, a dominare tutto l’incomunicabilità, l’inganno, la bugia “you’re soft as a lie” come recita il testo.

La lentezza dell’azione, abbracci finti e finti combattimenti, l’oscurità in cui si svolge, per poi approdare ad un cambio di scena, tutto sembra farsi meno tetro, ma è un’illusione, si passa dalle immagini in controluce, dai personaggi in penombra ad una luce blu, blu come la tristezza di Ofelia e della protagonista di “Melancholia”.

GRIAN CHATTEN. SAM TAYLOR. 2023.

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