BABY / FOUR TET (JOANNA NORDAHL)

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LE DISCESE ARDITE.

“Le discese ardite e le risalite” cantava il nostro Lucio Battisti e noi tutti ad immaginarci novelli Icaro o Clark Kent (se preferite) perché tra le massime aspirazioni dell’essere umano c’è quella di volare.

Chi non ha mai sognato di farlo? Qualcuno magari con qualche supporto, come ad esempio il deltaplano, ci va anche vicino. In molti libri di fantascienza si spera che in futuro ci si riuscirà anche senza quello, o magari con qualche zainetto a reazione che non ci incendi le terga come accade a Rocketman.

La regista Joanna Nordahl ( in parte svedese e in parte brasiliana (il suo sito) accompagna alla elettronica di Four Tet (un prolifico musicista inglese che all’anagrafe risulta Kieran Hebden) la sua versione del volo.

I paesaggi scorrono veloci, come in un simulatore di volo, e la soggettiva ci porta dal mare ai canyon, alle città notturne attraverso portali magici che attraversiamo in agilità.

Che grande sensazione di gioia e libertà!

La libertà di chi si sente irraggiungibile e onnipotente.

Purtroppo non ho riconosciuto nemmeno uno dei luoghi del video, segno che nonostante io abbia viaggiato abbastanza ci sono luoghi in cielo e in terra che ancora ignoro.

Azzarderei una collocazione geografica nella zona tra Algeria e Marocco, con qualche escursione nel nord Europa.

Se avessi a disposizione uno “Shazam” per i luoghi potrei essere più preciso.

Oppure mi ci vorrebbero un paio di ali.

Il finale é a sorpresa (e non spoilero), non vi nascondo che appena finisce l’ho rimesso su sul maxischermo inforcando occhiali e elmetto.

Una giacca a vento, perchè in altitudine fa freschetto, un kit di sopravvivenza, dovessi cadere, e si vola!

FOUR TET. JOANNA NORDAHL. 2020.

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