TUNNEL LIGHTS / CHELSEA WOLFE (GEORGE GALLARDO KATTAH)

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IL BELLO CHE PUÒ NON PIACERE.

L’estetica è un codice particolare. Non esprime concetti dichiarati o in modo diretto ma tramite meccanismi non sempre e immediatamente comprensibili ha un suo modo potente di manifestarsi e mostrare concetti e contenuti. Questo avviene però perlopiù sul piano del percepito. L’estetica è più una sensazione e quindi un’esperienza che dipende dalla percezione ed è mediata dai sensi. L’immagine, l’aspetto, la figura, la rappresentazione, l’opera, il quadro sono cose immediatamente percepibili mentre il loro valore o contenuto o messaggio arriva in modo separato, forse inconscio e sicuramente astratto e se vogliamo catturarlo, averlo, va decodificato, altrimenti ce lo possiamo godere per il tempo che ci scorre davanti, fare esperienza del piacere e poi lasciarlo andare.

Questa riflessione falsamente dotta è per dire come mi sono rapportato agli ultimi video di Chelsea Wolfe che stanno girando in rete. Hanno tutti un taglio prettamente e fortemente estetico. Sono belli. Sono pieni di quelle sensazioni che riempiono l’occhio e accrescono voglie e piaceri. Non si capisce subito perché o come, ma ci si trova soddisfatti di quelle scene e la miscellanea con la musica lo rende un pasto gustoso e di soddisfazione. C’è del metodo in quei video e cioè il regista George Gallardo Kattah ha un buon mestiere e sa come provocare nello spettatore piacevoli sensazioni e assonanze con cose conosciute dall’animo umano.

Fino all’ultimo son stato indeciso se dedicare questo articolo al video Tunnel Lights magico e algido o a Whispers in the Echo Chamber, più crudo e disturbante (nella sua violenza un po’ fashion) perché sono abbastanza equivalenti cioè almeno per me sono stati un’esperienza prettamente estetica al di là del loro contenuto specifico. La cura e la forza delle immagini, l’aspetto, il piacere che danno, per entrambe sono il succo principale del video, superiore, a mio parere, al contenuto stesso.

Tunnel Lights (scelta che si evince dal titolo) rappresenta più e meglio il mio punto di vista: estetico alla ricerca di provocare un sentimento profondo e piacevole. Gioca con la potenza del bello con l’evocazione di sensazioni interne, profonde, che vengono da lontano. La natura, i grandi spazi, linee e contorni della realtà che si sfrangiano e si dissolvono per richiamare quella dimensione irreale e onirica del guardare profondo.

Decisamente i quadri in movimento sono affascinanti. Immagini che intrigano e intrappolano. Mettono dentro quella sensazione di magico, di spirituale che ci fa pensare che ci sia di più rispetto al semplice quotidiano percepito.

Decisamente un video che fa del bello il suo punto di forza, il suo corteggiamento dello spettatore: l’estetico qui è il cibo che ci sfama.

Poi c’è il mestiere e il saper fare un prodotto che funziona… gli accenni al gotico, quel gusto preraffaellita che mi sembra in voga tra le nuovissime generazioni, un pizzico di dark anni ’80, una spruzzatina del realismo magico alla Böcklin o, peggio, alla “Signore degli anelli” (versione film).

Teatrale e drammatico. Un atteggiamento romantico (nel senso di Romanticismo). Con un accenno al mood del dolore, del sadismo, del potere: si sente l’eco di una bellezza del divino oscuro.
Poi la voce di Chelsea Wolfe fa il resto. Con i suoi sussurri da rituale mistico allo stesso tempo angelici e diabolici confeziona il tutto e ci trasporta ancor più in quella dimensione irrazionale del piacere incomprensibile.

Il godimento completo di questo video arriva subito, piace e coinvolge proprio per quel trucco inconscio dell’estetica di qui dicevo. Poi quando sopraggiunge la coscienza, quando cioè si iniziano a dipanare i significati, il video potrebbe non piacere più.

CHELSEA WOLFE. GEORGE GALLARDO KATTAH. 2023

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