IL THEREMIN TRIDIMENSIONALE.
La prima cosa che mi viene in mente è il Theremin, uno strumento elettrico che viene azionato dalla posizione delle mani. Ad ogni movimento in orizzontale, in verticale, in obliquo, il Theremin emette un’onda sonora diversa.
Immaginate di applicare il libretto delle istruzioni del Theremin ad una stanza dei suoni. Movimento diventa suono e viceversa.
Schiocco di dita – il ventilatore.
Una cantilena – le chiavi escono dal portafoglio e si infilano nella toppa.
Uno starnuto – si abbassano le tapparelle.
Un fischio – si comincia a riempire la vasca del bagno.
Nel video diretto da Koichiro Tsujikawa viene aggiunto l’elemento visivo.
Nella stanza, alle variabili del Theremin (suono – movimento) viene aggiunto il terzo elemento: suoni diversi per immagini diverse.
La voce di Cornelius è una catenella.
Le pennellate di chitarra sono gli inchiostri sui quadri alle pareti.
Tazzina di caffè, tavolo e altre suppellettili rispondono ai comandi di synth, basso e percussioni.
La musica di Cornelius ci suona scomposta, sembra che ogni strumento segua una sua strada che solo a tratti si incontri con le altre.
Uno stile più vicino al jazz e alla musica concreta che al pop, anche se contaminato.
Eppure in Giappone Cornelius è un musicista mainstream.
A ben pensarci se avete mai visto un film ambientato nel Giappone antico con scene musicali anche la musica tradizionale giapponese ci suona strana.
Spesso gli strumenti sembrano avere vita propria, non andare sullo stesso tema e questo senso di disarmonia rende la proposta di Cornelius meno anticonformista di quello che è.
Certo, il futuro che rappresenta il video appare privo di colori e emozioni, solo nel finale si intravede una sagoma di un corpo, come se le cose avessero ormai imparato a “vivere” senza di noi.
In italiano il titolo suonerebbe come “se tu fossi qui”, resta il dubbio che l’impossibilità di esserci derivi dal fatto che in quel futuro gli umani ormai siano stati sopraffatti dalle cose.
CORNELIUS. KOICHIRO TSUJIKAWA. 2017
