L’IRREFRENABILE BIONDA.
Lo scoppiettante video di Michael Lavine, per la band punk-blues di New York, punta sin da subito il riflettore su tutti i cliché e le stramberie che ruotano attorno a una centrale di polizia americana, situazioni al limite alle quali la memoria televisiva e le citazioni cinematografiche ci hanno ormai abituato da tanto tempo.
Si parte dall’inquadratura di una foto segnaletica con relativa denuncia per ubriacatura molesta, schiamazzi, disordine e piccoli furti a cui segue il classico muro di schieramento in un commissariato di New York con lo scopo di individuare il responsabile, in una carrellata di quattro personaggi messi in fila uno accanto all’altro che non sfigurerebbe affatto in una delle tante trash comedy di John Waters.
Dietro il vetro, una testimone punta il dito indicando la bionda Bridget Everett (famosissima attrice, cantante e cabarettista americana) che a quel cenno sembra trasalire e poi inorridire quando sarà portata di peso e buttata per terra in una stanza buia dove sarà piantonata in attesa dell’interrogatorio.
Ma, mai tanto abuso di potere fu così controproducente.
Appena messa “sotto torchio”, l’insubordinazione della prosperosa Bridget coi suoi slanci strafottenti, tra passività aggressiva, isteria ed esuberanza erotica in un’escalation di provocazioni che si faranno sempre più violente ed esplicite, daranno parecchio filo da torcere a tutto il corpo di polizia, incapace di tenere sotto controllo un “congegno esplosivo” di tale portata.
Ma la pressione sale e i ruoli si ribaltano, la preda comincia a mostrare gli artigli e sarà proprio la sua danza provocante e oltraggiosa inscenata insieme ai due sfacciati secondini a contagiare e trascinare tutto il dipartimento in un party sempre più sfrenato e ad alta concentrazione di irridente erotismo, sulle note di un blues&roll che si presta perfettamente ad ogni contagiosa licenziosità.
Ma nel finale si ripresenta la medesima inquadratura dell’inizio e perciò viene da domandarsi se sia stato un sogno ad occhi aperti o una cronaca di una singolare routine poliziesca.
THE JON SPENCER BLUES EXPLOSION. MICHAEL LAVINE. 2015.
