CRONACA DI UN ESTREMO GESTO.
1/1 (One Over One) è un film indipendente del 2018 diretto dall’esordiente Jeremy Phillips. Non serve averlo visto per capire che nella sua scheda tecnica non troveremo segnato il genere “commedia”: è già sufficiente il video che accompagna il qui presente singolo dei Liars, che si serve per l’appunto di spezzoni tratti dal lungometraggio.
Il gruppo australiano-americano ne ha infatti firmato la colonna sonora, e per questo brano – particolarmente mesto – la selezione di sequenze associate pare più che mai adeguata: l’incedere lento e ossessivo del sound, la voce tormentosa e tormentata di Angus Andrew, le note in reverse del riff… Perfetta commistione di dolore, disperazione e follia.
Ignorando la trama completa della pellicola e potendone ricostruire solo una piccola parte sulla base del clip, l’effetto finale di condensata amarezza e di straziante straniamento viene finanche esaltato.
La desolazione di una nevosa giornata d’inverno fa da efficacissimo sfondo alla tragedia personale che si andrà a delineare. Il mitico Judd Nelson, noto soprattutto ai fan di John Hughes, indossa i panni di un uomo profondamente angosciato; lo osserviamo ripescare vaghe diapositive in movimento dai cassetti della memoria, mentre l’oppressione dei ricordi si abbatte spietata su di lui come un’atroce tortura intima.
Ricordi, già… ma quali? Non lo sappiamo per certo, tuttavia, cogliendo i dettagli in background e affidandoci ai fulminei flash fotografici inseriti nel corso del video, possiamo intuire che l’origine di ogni sofferenza abbia un’identità ben precisa…
Una mattina, fredda e uggiosa come tante altre, Nelson si sveglia e scende dal letto; accarezza il volto della moglie ancora addormentata, le posa un leggero bacio sulla guancia; quindi si sfila la fede dal dito e la posa sul comodino, davanti all’immagine incorniciata di una bambina di pochi mesi.
Un piccolo viso angelico, strappato troppo presto agli sguardi affettuosi dei suoi genitori, al loro incondizionato amore.
L’uomo sale nel suo pick-up e guida con glaciale cupezza fino a una zona boschiva, fra il candore della neve e il silenzio penoso degli alberi senza foglie. Stralci di memoria si affacciano sui suoi pensieri strada facendo, nella forma di sgranatissimi filmini in super 8. Le facciate esterne di casupole di montagna, diroccate e disabitate da chissà quanto tempo, suonano come la storpiatura di una melodia familiare: il nido domestico, emblema di remoti periodi passati fra gioie e speranze, cade ora a pezzi, divorato dai tarli e dalle intemperie.
Judd parcheggia il veicolo in una radura e accoglie su di sé il peso del lutto, della rinuncia alla felicità, dell’abbandono all’insensatezza del mondo e al vuoto dell’animo. Sa cosa deve fare.
Una pistola giace accanto a lui, e ormai sembra l’unica via di fuga dal supplizio della quotidianità.
Basterebbe un piccolo pensiero, magari rivolto alla moglie, per rinunciare a propositi così funesti, destinati a recare ulteriore dolore ai cari rimasti… ma come si può condannare una mente ormai alla deriva, smarrita, incapace di scorgere l’orizzonte davanti a essa?
Il passaggio dall’abitacolo del pick-up a una ripresa esterna della stessa in campo medio, pare messa apposta per censurare l’attimo fatale in cui tutto si compie.
Striature di sangue che colano sul cruscotto non lasciano adito a dubbi su quale sia stato l’esito della vicenda.
Un montaggio sconnesso di fotogrammi deformati, sostenuto dalle cacofoniche distorsioni della canzone, riflette le ultime confuse scintille neuronali del miserabile protagonista: simbolo grafico di un’esistenza in frantumi, di un io distrutto in ogni senso, tanto nello spirito quanto ormai anche nel corpo.
A chiudere il clip non troveremo nessun epilogo consolatorio, neanche la rassicurazione di un sottofinale esplicativo. Solo il buio dell’oblio.
Insomma, non il genere di video per cui optare se ci si sente un po’ giù di morale…
LIARS. JEREMY PHILLIPS. 2018.