OBBIETTIVI E TENTAZIONI, UNA FIABA MODERNA.
I James sono senza mezzi termini una band di lunga durata, sulla scena inglese fin dai primi anni ’80 (giusto un paio di brevissimi break) e da allora non han mai smesso di snocciolare costantemente nuova musica, virando il loro stile fra sapori qui folk, là new-nave, e in fine pop-rock da classifica senza dimenticare la collaborazione con niente meno che il guru dell’ambient music Brian Eno.
Esplorazioni in multiple direzione che li ha portarti a creare canzoni mature definirei pop, anche se per alcuni potrebbe somigliare a un insulto, ma di questo si parla, un buon pop che solo ottimi artigiani ispirati sanno assemblare nei loro studi grazie alla loro lunga esperienza.
In questo singolo “Dear John” che lancia l’album “Girl At The End Of The World” non c’è una nota di synth fuori posto, o una variazione di ritmo che non sia estremamente necessaria a sostenere la forma canzone; la melodia rimane semplice, orecchiabile ma mai banale aiutandoci ad entrare nella loro personale poetica.
Il video è affidato alle sapienti mani di Péter Vàcz, animatore e regista ungherese già pluripremiato, che utilizza tecniche di animazione in stop-motion sia 2D che 3D per produrre cortometraggi e video musicali.
Il video comincia con montagne di plastilina minacciose con un’atmosfera da oscura fiaba (quelle pre-Walt-Disney per intenderci). Su queste montagne si muovono sottili gambe di una coppia di ominidi ridotti all’osso dalla testa particolarmente espressiva e con capelli che sembrano filamenti metallici. La coppia si muove a fatica in questa lenta scalata alla montagna che è il loro obbiettivo finale, si aiutano l’un l’altra, e si fermano in lunghi abbracci.
Proprio mentre stanno per riprendere l’avanzare faticoso verso il loro scopo, ecco che compare questa specie di gatto dall’aspetto sinistro che prima li fissa e poi fugge dentro una caverna illuminata dall’interno.
Gli omini sulle prime sono un po’ interdetti, se continuare per il proprio obbiettivo o lasciarsi prendere da una divagazione estemporanea? La luce della grotta si fa sempre più forte e dopo essersi guardati l’un altra ci corrono dentro, seguendo così il gatto misterioso. All’interno della grotta si cela un mondo misterioso con piante giganti che la coppia attraversa impaurita tenendosi per mano, mentre il gatto osserva in disparte.
Arrivati in una radura si fermano per studiare questo strano mondo per poi venir colpiti dall’improvvisa quanto fantastica fioritura di una pianta. L’ominide avvicina la faccia al fiore per sentirne l’odore e quando allunga la mano la pianta si ritrae come fosse senziente per poi spruzzargli in faccia una specie di gas.
Qui comincia la crisi e mentre l’ominide si contorce la sua visione cambia e comincia a vedere tutto in sottili righe bidimensionali. Cerca di ripulirsi il viso ma è ormai troppo tardi, le allucinazioni sono già vive dentro di lui e dalla terra crescono fiori dal sorriso sinistro, o depresso che lo circondano mentre lui cerca di liberarsene.
La sua compagna è scioccata da quanto sta accadendo e non riesce a fare nulla perchè ciò che vede è il suo compagno che combatte il nulla, mentre l’allucinazione si fa sempre più profonda si espande nel tempo fra simbolismi e paura ataviche. L’immaginario si distorce totalmente in piccoli gruppi di colori e forme sempre più distorte, astratte e indistinte. L’ominide corre fuori dalla grotta perchè vede il suo braccio germogliare e le braccia trasformarsi in rami: è giunto il momento della metamorfosi finale, intanto la compagna lo raggiunge giusto in tempo per vederlo trasformarsi definitivamente in un albero nel suo totale smarrimento.
Direi che questa fiaba moderna e allucinogena ci insegna quanto sia importante continuare a perseguire i propri difficili obbiettivi invece che farsi prendere da curiose distrazioni che possono col tempo diventare fatali.
JAMES. PÉTER VÁCZ. 2016.
