BODY PRIDE.
Anche io ho visto, a spizzichi e bocconi, Sanremo. Lo faccio da anni su www.raiplay.it , skippo quasi tutti i video, quello che ho visto più a lungo (diciamo 30 secondi buoni) è quello di Big Mama.
La canzone non la ricordo, ma a Sanremo, da qualche anno, più che le canzoni vanno in scena degli aspiranti intrattenitori. La performance di Big Mama, se fosse un videoclip da segnalare su Video Ark, la metterei nella casella “Body Pride’.
E quindi mi sono chiesto, questa forza di proporsi come sex symbol senza avere un fisico da top model dove la ho già vista?
Lizzo? La cantante dei “Gossip”?
Solo in parte, per me Big Mama ha il poster di Missy Elliott in cameretta.
Gran parte dei suoi videoclip si basa su scenografie futuristiche (Tron? Big Hero?) e un linguaggio del corpo che non ammette disagio. Missy Elliott è quella che è e non si nasconde, i costumi sono fantastici, il trucco e le acconciature da urlo, quando danza è credibile e avvolgente.
Se vi fate un giro qui , con tutti i suoi video clip, il dato principale che emerge è che la Nostra ha una sua cifra espressiva, un suo stile, una sua integrità che non scade mai nell’ostentazione.
In questo video ci sono idee a vendere: la coreografia iniziale potrebbe essere una rappresentazione degli inferi, Missy è Lucifero e gli altri ballerini diavoli minori e anime dannate.
In un’altra sequenza siamo sul fondo di una piscina, mentre canta e balla da dietro si vedono i nuotatori in superficie, un po’ surreale ma in un video musicale funziona.
Tutto ciò accade in un recinto, quello del rap, che è in genere palestra di gangsters misogini, che sfoggiano soldi, catene d’oro e squinzie di complemento impegnate in gridolini e scuotimento di deretani.
Un recinto in cui Missy non sarebbe ammessa se non dopo una robusta dieta e un lavaggio del cervello che la riducesse ad elemento di complemento.
Ma non sarebbe lei, lei in quel recinto agiterebbe la frusta e li metterebbe tutti in riga.
P.S. se lo guardate senza audio è anche meglio!
MISSY ELLIOTT feat LAMB. DAVE MEYERS. 2017.
