FYE FYE / TOBE NWIGWE FT. FAT NWIGWE (TOBE NWIGWE + NATE EDWARDS)

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ARE YOU READY?

Fai un attimo mente locale: ti porti una persona a casa tua contro la sua volontà. Lui non ha per niente voglia ma lo obblighi a stare lì seduto sul pavimento perché a te va bene così. Poi inizi a dirgli che è un’ospite non gradito, che è inferiore, che non ha il tuo rispetto… bella l’America no?

Noi per fortuna siamo ancora lontani da questo. Il nostro razzismo è spesso cattiveria e stupidità. Una sorta di puerile prepotenza che ti fa credere di avere più diritti di loro solo perché ti senti “a casa nostra” quando invece in questo mondo siamo tutti in affitto.

In molti casi è il segno di una chiara paura di inferiorità scaricata in malo modo su poveri e indifesi, spesso affamati da noi e dalle nostre predatorie economie. Li distinguiamo e li piazziamo in una scala di privilegi al ribasso, facendo finta che ci interessino di più i morti per motivi politici o per guerre e gli altri, i migranti economici siano solo quelli che vengono qua per fare un giro e morire di fame o di sete non significhi niente…

In America (leggi U.S.A.), la situazione è più strutturata. L’America, non per parlarne male, mi pare nasca con un esproprio violento, quel semplice genocidio dei nativi che dovrebbe far diventare rosso qualsiasi suprematista bianco e poi le cose fantasiose tipo le coperte di vaiolo di Fort Pitt per sterminare intere popolazioni e poi la colonizzazione spietata e la fantastica idea della schiavitù. Olandesi che rapiscono africani e li vendono come attrezzi da lavoro in Virginia per le piantagioni di tabacco.

E sono solo alcune cose che fondano l’America. Se esistesse un dio e se qualcuno di loro ci credesse veramente come affermano, si vergognerebbero di quel che fanno.

Ma invece, la grande e straordinaria America si è organizzata con una disuguaglianza significativa nel mercato del lavoro, con la svalutazione e minor finanziamenti delle scuole prevalentemente frequentate da neri, un’acrimonia particolare delle leggi e del sospetto sui neri, dell’ingiustizia di trattamento sociale, sanitario, politico… insomma noi nel nostro razzismo siamo dei ragazzi. Abbiamo ancora da farne di strada per diventare “bravi” come loro.

In mezzo a questa visione grama però, dobbiamo ammettere che ci sono state indubbie conquiste e progressi nel corso degli anni e poi, sono passati solo 400 anni dalla “White Lion”, la prima nave olandese con un carico di schiavi, non mettiamogli fretta.

In un’ottica così poco precisa e poco informata ma molto emotiva di quello che è la mia visione di medio europeo uomo bianco (è la prima volta in vita mia che mi definisco un uomo bianco), incontro questo video.

Non lo capisco subito. E forse non lo capisco nemmeno bene. Anzi può darsi che il mio sguardo sia immerso solo in preconcetti (sugli U.S.A.) nel vedere dei possenti e vigorosi neri che con grande energia mi scuotono dentro con la loro musica e i loro balli.

Fye Fye è un video potente. Un’immersione visiva e di energia. Uno spettacolo di danza, un grido di affermazione e un manifesto d’amore.

Verdi. Tutti verdi come i denti di Tobe Nwigwe, il gigante nero che canta. Un campo di basket immerso nel verde e ballerini vestiti di morbidi tessuti verdi. Sale la musica, sale l’energia e i movimenti e la voce grida le sue strofe.

Una danza scatenata è una coreografica violenta a tutto ritmo.

Mentre il flusso di coscienza della canzone descrive l’orgoglio di essere di Houston, di essere nato lì, di aver nutrito e cresciuto lì speranze e figli, mentre Tobe insieme e sua moglie Fat gridano la loro aggressiva felicità di esserci e di aver costruito un successo contro ogni avversità, intorno a loro i Black Angels Collective riempiono la scena di movimenti e forza fisica. È un corpo di ballo composto esclusivamente di atletici ballerini e ballerine di colore e oltre i loro morbidi verdi vestiti indossano tutti grossolane ciabatte da mare con calzini. Dettaglio splendido che rende molto quotidiana, popolana e rude una danza simile ad una possessione.

Questo gruppo di danza è stato fondato nel 2018 proprio da Tobe Nwigwe con lo scopo di dare una possibilità a persone nere tagliate fuori da circuiti ufficiale della danza. È una scuola di danza di quartiere che richiama anche madri, adulti e appassionate oltre bambine e ragazze speranzose di uscire dall’ombra.

Entrambi, marito e moglie, rappano con crescente aggressività, parlando della loro tenacia, arguzia e lealtà. Celebrano la loro vita e la loro città di quel Texas problematico e conflittuale ma fatto anche da gente come loro. Il loro è una specie di violento e spavaldo grido di gioia. Ecco si, nonostante la ferocia del loro flusso di coscienza, la forza e il conflitto che richiamano, aggressività e provocazione, la cosa più evidente del video è lo spirito positivo e di gioia che emana.

TOBE NWIGWE. TOBE NWIGWE + NATE EDWARDS. 2021

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