GATE VIII / KA BAIRD (SEBASTIAN MLYNARSKI)

VIDEO ARK ||| Recensioni Video Musicali

CATCHING THE NOISES.

Suoni elettroacustici ben organizzati, morbidi o spigolosi si alternano, si accavallano tra rintocchi, stridori, micro-feedback e tenui vibrazioni che fanno capolino con responsorialità fino a svanire in brevi attimi di silenzio. La musica sperimentale della performer e compositrice americana Ka Baird, attinge a una miriade di fonti sonore plasmate in un’unica tessitura o flusso -potremmo definirlo magmatico- che attira l’orecchio più sbizzarrito verso un mondo imprevedibile di accostamenti tra timbri e colori, dai risultati quasi cinematografici, come esemplifica questo brano tratto dall’album “From Bearings: Soundtracks for the Bardos” magnificamente trasposto in un’atmosfera altrettanto straniante dalle immagini del regista Mlynarski.

La tecnica di ripresa piuttosto anarcoide – come del resto le composizioni della performer Baird – si spinge sempre oltre, nei meandri di una metropolitana stranamente vuota e tirata a lucido, carpendone ogni anfratto, luogo di passaggio o automatismo d’acciaio.

Scale mobili, condutture, corridoi, piattaforme e cabine traslucide si rifrangono visivamente in un editing ultra-elaborato che ne distorce le prospettive o le moltiplica perfino con l’intrusione forzata di intelligenti ed equilibrati split screen dal sapore sci-fi anni ’80.

Ad accentuare il tasso di velata tensione e spaesamento, se già non bastasse l’uso dei suoni e l’algida location, ci pensa la stessa musicista, unica protagonista col suo happening concitato e diretto, che armata di kit boom e microfono tra le mani, si aggira tra gli spazi vuoti, su e giù per le scale mobili, cercando forse di anticipare il flusso di gente rumorosa, o captare ogni scia sonora lasciata al passaggio, come fosse una rabdomante ansiosa, che si fa largo tra le frequenze, anche le più impercettibili, a catturare l’impalpabile che svolazza nell’etere come fosse una minaccia da arginare, un fantasma da prendere a pugni, una sinistra pressione da cui difendersi.

Nel finale, all’esterno tra la folla che si muove indifferente, Ka Baird si mette alla prova fino allo sfinimento simulando una lotta concitata contro il nulla, aggrovigliata da cavi colorati, si muove come un’invasata sotto le insegne luminose, cercando di assestare un colpo letale a quel nemico invisibile, quella valanga di suoni sinistri che incombe e che solo lei è in grado di percepire.

KA BAIRD. SEBASTIAN MLYNARSKI. 2024.

author
Subscribe
Notify of
guest
0 Commenti
Oldest
Newest Most Voted
Inline Feedbacks
View all comments
0
Would love your thoughts, please comment.x
()
x