I BUONI CONSIGLI DI BELZEBÙ.
Il tentatore per antonomasia, astuto ingannatore, seduttore impenitente, instancabile sovvertitore, nemico di tutto ciò che è buono e giusto…
Insomma, stiamo parlando del signor Lucifero, il Demonio che tutti i credenti temono, ma che – diciamolo – resta a tutt’oggi il personaggio più interessante dell’Antico Testamento!
L’arte e la cultura pop si sono fatte più volte affascinare da questa complessa figura, generando nel corso degli anni un numero impressionante di opere, fra libri, dipinti, fumetti, film e, ovviamente, musica.
Che si tratti di contesti seri o meno seri, dall’Inferno di Dante al diavoletto Geppo, il re di tutti i villain trova sempre un modo per farsi notare!
Il cantautore americano Jeremy Messersmith decide di dare una voce al Signore delle Tenebre in questa divertente e orecchiabilissima ode alla pace interiore e all’auto-accettazione, strategicamente fatta uscire a poche settimane da Halloween.
Ascoltando il suo tono mellifluo, coccolato dalla delicatezza del ritmo e dalla semplicità da filastrocca del testo, l’ascoltatore sarebbe portato a credere di trovarsi di fronte a un vero e proprio life-couch, fraternamente rassicurante e capace di mettere chiunque a proprio agio.
Questo almeno fino al ritornello, in cui l’autore svela finalmente il segreto del quieto vivere: basta ripetere a se stessi che “666 è il numero della Bestia”.
Un invito che, nella sua dissonante repentinità, dovrebbe metterci subito in allarme… eppure suona così dannatamente catchy che non si può far a meno di canticchiarlo a oltranza!
Il regista Nate Ryan architetta per il brano un videoclip concettualmente e scenicamente minimale, ma deliziosamente calzante nella sua veste neo-gotica.
Un morbido bianco e nero ad avvolgere il paesaggio serale, una location periferica tipicamente sudista che sta a metà fra una cittadina fantasma e l’area di sosta presso l’albergo di Norman Bates, un protagonista in giacca e cravatta (lo stesso Jeremy) che può somigliare tanto a un agente immobiliare quanto a un impresario di pompe funebri: il palco è pronto, lo show comincia.
Rivolto direttamente alla macchina da presa, che come in un filmato promozionale lo segue passo passo in un unico piano sequenza, il cantante illustra pacatamente la sua accattivante raccolta di consigli e aforismi motivazionali, passeggiando lungo il portico di un edificio che gli ingressi sbarrati e i graffiti sulle pareti indicano come abbandonato da tempo.
L’aria perfettina e al contempo ambigua del personaggio suscita un misto di simpatia e inquietudine, specialmente quando la tripletta di “six” che gli striscia fuori dalla bocca scopre una volta per tutte la diabolica natura delle sue intenzioni.
Forse quell’insegna con un enorme “666” visibile sul tetto del fabbricato a inizio video non era stata piazzata lì a caso…
In ogni modo, ancora più destabilizzante è il siparietto tersicoreo con cui il nostro incantatore vivacizza la scena durante l’assolo: una danza spasmodica che passa da contorcimenti degni di una crisi epilettica a sequele di enfatici passetti a destra e a manca, sfociando poi nella deambulazione zombesca.
Il tutto viene illuminato da un faro a occhio di bue, accentuando in tal modo l’ironica teatralità vintage della mise en scène, quasi stessimo assistendo all’estratto di un musical a sfondo horror.
Quindi il cantante si allontana dalla veranda, esegue l’ultima strofa della canzone fra i resti di un giardino dimesso, e infine si dilegua dall’inquadratura, lasciandoci solo il suo bel motivetto nelle orecchie, laddove resterà sicuramente per giorni interi.
A questo punto, se mai Satana decidesse davvero di insinuarsi a livello epidemico nella testa dei cristiani, segua pure l’esempio di Messersmith e si dia all’indie pop!
JEREMY MESSERSMITH. NATE RYAN. 2022.