PLASTIC TUMBLEWEEDS.
“Era uno di quei giorni in cui manca un minuto per nevicare e c’è quest’elettricità nell’aria, puoi quasi sentirla, giusto? E questo sacchetto stava proprio ballando con me. Come un bambino che mi implora di giocarci. Per quindici minuti. È stato il giorno in cui ho capito che c’era tutta questa vita dietro le cose, e questa forza incredibilmente benevola che voleva farmi sapere che non c’era motivo di avere paura, mai. Il video è una misera scusa, lo so. Ma mi aiuta a ricordare… ho bisogno di ricordare. A volte c’è così tanta bellezza nel mondo, che mi sento come se non potessi sopportarla e il mio cuore sta per crollare”. Ricky Fitts (American Beauty).
Nel video per gli Amnesia Scanner, sin da subito si ha la percezione che il regista Freeka Tet abbia come esasperato i contenuti già presenti nell’iconico video amatoriale intriso di poesia, presente nel film di Sam Mendes del ’99, cominciando da dove questo finiva.
Le voci sintetizzate e i suoni distorti nel brano “As Over” accentuano l’impatto di spaesamento che si avverte ad ogni frame incui protagonisti assoluti che si insinuano nella narrazione, sono gli onnipresenti e inquinanti sacchetti di plastica, che al di là della metafora socio-culturale, prendono sempre più il sopravvento nel quotidiano, rendendolo artificiale e falsamente asettico.
Luoghi urbani e spazi abitativi vengono inondati di sacchetti di plastica che come lente meteore fluttuano tra la gente che si limita a catturare il colorato evento telefonino alla mano, seguendone i movimenti, che come diafani blob avvolgono individui e oggetti cingendoli in una stretta soffocante – eccesso di protezione? o peggio un filtro che aliena qualsiasi possibilità relazionale? – innescando sin dai primi istanti un clima surreale che affascina e respinge allo stesso tempo, una sorta di eco-vendetta che incombe trasportata dal vento, tra gli sguardi assuefatti se non accondiscendenti degli individui ormai piegati al fenomeno ineluttabile di un costante sottile isolamento, quasi impalpabile come lo strato di plastica che si frappone tra la gente – anche se in questo caso, l’inquietante concept vira verso il fantastico, attraverso un taglio estetico iperreale immerso in un’ambientazione luminosa quasi giocosa e a un costante ralenti che bene o male ne attenua il messaggio pessimistico, lasciando lo spettatore sotto un effetto ammaliante e interlocutorio.
In “As Over” si recupera ed estremizza la similare invasione artificiale del precedente video degli Amnesia Scanner, con in più una dose maggiore di allusioni sulla pervasività del sintetico che ingloba persone e animali, ricordando il celebre dipinto “Gli amanti” di Magritte e per la sua carica di denuncia, anche la produzione artistica di Jean Tinguely.
AMNESIA SCANNER. FREEKA TET. 2024.