VELE SENZA VENTO.
Approcciarsi al mondo Tindersticks anche soltanto per parlare di un loro video richiede di calarsi nell’immaginario romantico di Stuart Staples.
Il quasi sessantenne compositore di Nottingham dai primi ’90 in collaborazione con Dan McKinna e altri sodali, dissemina il suo percorso artistico di sogni popolati da strane dolci creature come il mulo protagonista di questa clip di “How he entered” tratto dall’album del 2016 “The Waiting Room”.
Quello che Stuart ha riportato qui con il fondamentale aiuto di Maxime Dumas, autore anche della cover dell’album sullo stesso tema, è un giorno nella vita del suo alter ego, il mulo appunto.
Nel video compare sua moglie Susanne intenta a dipingere un ritratto di lui con addosso questa maschera di un’espressività commovente, qualcosa di molto personale insomma. La maschera, che ha quasi un secolo, è di sua proprietà.
Perché un uomo-mulo nel mondo Tindersticks può costruire un veliero in miniatura, passare da un garage a una serra, prendere un caffè e mettere in acqua la sua creazione curata in ogni dettaglio.
Ogni azione, semplice movimento, pausa assume un significato evocativo facendo di questo Donkey-man, in inglese suona meglio, un maestro di malinconia applicata. Un bellissimo bianco e nero gioca la sua fottuta parte.
Finisce con il veliero a solcare le acque carico di tanto spleen che sembra quasi di vedere Baudelaire stesso al comando della nave.
I riferimenti al testo della canzone sono volutamente criptici ma in conclusione questo splendido verso di Stuart lo prendiamo a prestito:
“Come un cane smarrito che tiene in mano il volantino che annuncia la sua scomparsa”, proprio così.
TINDERSTICKS. RICHARD DUMAS & AMAURY VOSLION. 2016.