VAN GOGH’S EAR / SEAMUS FOGARTY (JAMES HANKINS)

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UN SOGNO FUORI MISURA.

Musicista di origine irlandese, Seamus Fogarty vive a Londra dove si è creato un’ottima accoglienza grazie al trampolino mediatico ottenuto con la storica etichetta Domino Records, pubblicando tre album dal 2017. A grandi linee le sue composizioni attingono alla tradizione folk irlandese, intrise di nostalgia, romanticismo e poetiche parole, con l’uso della strumentazione classica del genere, alterata da varie intrusioni che ne “sporcano” gentilmente gli arrangiamenti, tra droni, feedback e loop elettroacustici.

Dall’album di debutto su Domino, “The Curious Hand” del 2017, una ballata contrappuntata da banjo, spazzole e assolo di violino e cantata dall’autore con una voce triste e confidenziale; il curioso titolo “Van Gogh’s ear” che è tutto un programma (anche se nel testo si allude poco allo sfortunato pittore) dà l’avvio ad una serie di riflessioni amare ed emozioni poco speranzose – probabilmente di un’esperienza negativa che ha colpito e condizionato il cantante – che nel video di Hankins si concretizzano in una carrellata di immagini schizofreniche dal taglio “Gondryano” tra velata ironia e gusto per il teatro povero.

Un turbinio di situazioni che ingombrano la mente del protagonista che ovunque vada porta con sé un grande orecchio di cartapesta, un ricordo/feticcio multiuso comodo da abbracciare prima di dormire, forse come catalizzatore di sogni, o da tenere al fresco in frigo o usare come portavivande durante i party con il gruppo di nasuti amici.

Nella strampalata messa in scena che si sviluppa tra il fiabesco o il cartoonesco, i compagni di viaggio dello svagato Fogarty che si muovono stagliati sul fondale nero, un signore di mezza età onnipresente dal lungo naso “kubrickiano”, pronto a intuire gli sbalzi di umore per improvvisarsi creativo in ambiti diversi e con strumenti che di volta in volta cambiano forma e dimensione, al quale si aggiunge la leggendaria scultura celtica “l’uomo di vimini” resa mobile da mani invisibili, da principio un po’ inquietante, ma che si rivela affettuosa e protettiva con i due nuovi amici.

Un’escalation di bizzarrie di cui è complicato cogliere il senso metaforico, plausibili solo se considerate come il risultato di un sonno agitato che nemmeno la compagnia di un enorme orecchio può confortare; mentre in noi si insinua gradevolmente la struggente melodia di violino suonata da Emma Smith, insieme al particolare timbro di voce di Seamus Fogarty.

SEAMUS FOGARTY. JAMES HANKINS. 2017.

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