SCARCITY IS MANUFACTURED / DEERHOOF (GABRIELLA MOLINA)

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SURREALISMO SPAZIALE.

Torniamo nuovamente a quei veterani dell’underground musicale che sono i Deerhoof, per molti una sicurezza in questi tempi incerti di band che si piegano a tendenze del momento se non a vere e proprie passerelle di moda. Questi non più ragazzi continuano a portare avanti il loro suono, senza deviazioni o compromessi, per quanto non siano mai stata una band estrema.

Torniamo a parlare di questa band perchè i loro video sono sempre ben curati, spesso spiazzanti, o comunque sempre interessanti. A curare il video in questione c’è Gabriella Molina, anche lei non certo una novità per questo sito, che ha una bella carriera come video-maker i sempre ispirata e piena di inventiva.

A livello prettamente stilistico questo video pare un aperto tributo all’immaginario sia surrealista che dadaista di Salvador Dalì, e il tutto viene creato con immagini a bassa fedeltà, creando complessi collage multistrato con decine di parti di forme in sé dissonanti ma che insieme creano ambienti sempre interessanti e cangianti. Quindi parliamo di forme e fondali presenti in tutto il video che difficilmente posso venire rappresentati con semplici parole.

La narrazione invece segue le avventure di un bruco con la faccia della cantante della band che per prima cosa compare cadendo su un enorme albero da cui pendono pesche mature, per seguire una visuale si stringe sempre più fino a navigare all’interno del nero dei suoi occhi.

Dentro l’occhio troviamo un nuovo universo stracolmo di pianeti, e continuando a zoomare ci troviamo trasportati in un pianeta dove il protagonista corre raggiante (in questi mondi può capitare che un bruco corra raggiante!) mentre con sullo sfondo pianeti si muovono intrecciandosi. La corsa si ferma solo una volta raggiunta una porta dove si trova una enorme maschera dal carattere primitivo con nove occhi e da mille ornamenti stratificati.

E qui parte un nuovo viaggio, si trova in volo su una stazione spaziale, mentre alle sue spallle la quadriglia dei pianeti non cessa, e anzi si muove sempre più vorticosamente fino a diventare una spirale, un vortice spaziale che trascina la nave su un nuovo pianeta. Qui il bruco è doppio, uno corre verso destra mentre sullo sfondo di antiche rovine greco-romane un altro identico corre nel verso opposto fino a incontrare altri “cloni” di se stesso che guardano un prato in fiore o che corrono sopra alle rovine stesse. 

Le antiche rovine si trasformano in un castello dove un altro membro della band è di guardia e il bruco si muove fino a cadere dentro uno specchio. Ora il protagonista è in caduta libera nello spazio aperto fino a ricadere in un pianeta dove si muove in una antica villa allagata. In questo luogo sempre più lontano dal punto di parte vaga per stanze, l’occhio si perde dentro specchi e finestre che aprono la vista ad altre stanze come se ogni livello di visione ne nascondesse centinaia d’altri. Alla fine del suo vagabondaggio il bruco cantante si arrampica su un enorme lampadario, lentamente si decompone in tante piccole parti e un attimo dopo il video mostra la band al completo comparire sotto forma di daini con ali di farfalla.

DEERHOOF. GABRIELLA MOLINA. 2021.

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