
DISPERAZIONE QUIETA.
All’origine un concetto lirico apparentemente semplicissimo, “This Can’t Go On”, non può andare avanti così, espressione della ribellione a una disperazione quieta annichilente. Il video di James Slater, veterano regista di video musicali di gruppi del profondo nord inglese, diventa la definizione visiva della depressione.
Musica e immagini lo-fi ci comunicano uno stato d’animo che sembra accomunare chi scrive la canzone e chi la interpreta visivamente, entrambe anime bloccate in una realtà oppressiva. Il protagonista un ragazzino senza famiglia, nelle mani del sistema, sballottato da una famiglia all’altra. Nessuna radice, nessuna speranza. Il video riflette le sue peregrinazioni dal porto ai campi arati, tra le imperiose rovine industriali scozzesi, un percorso espressione del viaggio solitario di un ragazzino che sa che la sua presenza sia ridondante, su e giù per le calli del porto storico di Crail in Scozia, villaggio poetico protagonista anche del quadro di Dale Bissland, un’immagine divenuta poi la copertina del disco dell’autore, Bill Ryder-Jones.
Il video parte proprio dal quadro, uno studio di texture e luce della facciata sbilenca di due case addossate l’una all’altra, per non cadere, posizionate come sono sulle colline ripide del villaggio di Crail. Il viaggio del ragazzino protagonista parte e termina da queste casette tristi. Durante il suo girovagare, mille emozioni si succedono sul viso gentile del ragazzo, perso nei sogni della sua età, a volte visibilmente maturo ben oltre la sua età. Una persona genuina, non un attore professionista modellato dagli stereotipi caratteriali.
Il viso trasparente del protagonista racconta se stesso, un ragazzo come tanti alla ricerca di una via di uscita, dal suo corpo, dalla sua vita. Il video ne documenta il confronto con il degrado del paesaggio che lo circonda, i mattoni buttati nelle macerie l’unica fonte di intrattenimento possibile, la solitudine impera. Il video culmina nella corsa infinita verso il nulla, una corsa liberatoria contro il vento rigido che soffia forte dal Mare del Nord.
Nei suoi vestiti fin troppo lunghi e larghi, il ragazzo lancia la sua sfida contro tutto e tutti, unico sfogo possibile le sue urla liberatorie che accompagnano la corsa, mentre Ryder Jones ripete il suo mantra, “This Can’t Go On”, accompagnato dal crescendo musicale ossessivo, evidenziato dalla presenza degli archi, su tutti i violini. Un sorriso accennato dopo lo sfogo musicale lascia intravedere una risoluzione, o per lo meno uno spiraglio positivo.
O forse no, nulla è cambiato, l’inerzia simboleggiata dal ritorno del ragazzo al punto di partenza, alla stessa casa sbiadita in mattoni rossi che sputa fumo dal comignolo solitario. Eppure il protagonista si volta verso di noi, sicuro, sguardo intenso. Deciso.
Ho avuto la fortuna di intervistare l’autore, dice che quel ragazzino, Lincoln McDonagh, adesso vuole fare l’attore.
BILL RYDER-JONES. JAMES SLATER. 2023.