
UNA PERFORMANCE TEMERARIA.
Quale “modo migliore” per misurarsi ad ogni piè sospinto con un pericolo incombente, che realizzare (con intenti provocatori) una performance in un luogo impossibile, frutto della collaborazione tra l’artista inglese e il regista Hemingway?
Lei, Tahliha, dall’aria strafottente e spigolosa nei modi, si incammina frettolosamente lungo i bordi di un trafficato tunnel autostradale, imprecando e maledicendo contro gli automobilisti che le sfrecciano a ridosso. Ha tutta l’aria di fare sul serio, comincia a sfilarsi il pesante cappotto mostrando un sexy abito rosso con uno sguardo di sfida, per poi improvvisare una danza provocante o meglio un audace striptease incurante della pericolosità del suo gesto.
Sotto l’incedere di una melodia sofferente, come un’ostinata filastrocca cantata con una voce “effettata”, ad ogni passo lei si strappa di dosso brandelli dell’abito, dimenandosi nervosamente, mentre i viaggiatori nelle auto le puntano addosso occhi sgranati e increduli passandole quasi accanto, anche se nulla la distoglie dalla sua incosciente e sensuale “missione”.
In bilico sulla linea di mezzeria, una lama di rasoio su cui lei tenta di mantenere un equilibrio tra la vita e la morte dove abbozzare qualche passo di danza immersa nella sua vulnerabile bolla individuale e completamente indifferente a ciò che la circonda.
Un progressivo mettersi a nudo, anche emotivamente, tra contorsioni sull’asfalto alternate a gesti intimi e passi di danza sinuosi pieni di una sensualità dolorosa, a tratti quasi mistica, che metaforicamente si sublima in una levitazione fluttuante a mezz’aria tra i colori acidi e le luci del tunnel.
Nel finale, il dubstep cadenzato si attenua per liquefarsi in una base drum&bass meno ossessiva e si accorda alla fantasiosa mutazione del corpo di FKA TWIGS, che si palesa al centro della carreggiata assumendo forme astratte e minacciose, un essere caleidoscopico cangiante, scomposto in una miriade di gambe, braccia, mani, spalle, teste e l’atmosfera si carica di tensione in un montaggio convulso che via via perde il contatto “con la realtà” che si ricompone poi in un elegante e inedito defilé dell’indomita performer tra luci strobo e auto in corsa.
P.s. La particolarità della location e di alcuni elementi di questo video, hanno un antecendente in un altro lavoro simile del ’98, “Rabbit in your headlights” di Jonathan Glazer per gli Unkle.
FKA TWIGS. JORDAN HEMINGWAY. 2025.
Fantastico!!