LA VITA IN UN CARRELLO DELLA SPESA.
C’è un uomo in cilindro e smoking con un carrello pieno di strane cose, apparentemente tutti orologi. Ha davanti a sé una strada larga e deserta, sono le ultime ore del giorno. Quell’uomo è Elvis Costello e il video riguarda il suo successo del 2002 intitolato “45”, il regista è Jesse Dylan.
Dichiaratamente autobiografica e scritta, indovinate un po’, il giorno del suo quarantacinquesimo compleanno, la canzone misura il tempo, come recita anche il testo e, come nel video, ripercorre i suoi incontri, a partire dai genitori rappresentati all’inizio, poi via via i personaggi che incontra diventano più giovani e il carrello più leggero.
Il bizzarro mezzo di locomozione inizia dunque a muoversi, l’uomo che non manifesta alcuna gioia lo guida, a fatica, ed è interrotto nel suo cammino da persone di ogni età che giungono a prelevare oggetti significativi e indispensabili, orologi di grandi dimensioni per lo piu.
Un ragazzino prende il suo, l’unico a tinte solari, e lo offre alla sorella più piccola sotto gli occhi della madre, altri personaggi sembrano dei saccheggiatori, uno butta l’orologio a terra e lo fa a pezzi.
Quando il carrello resta vuoto l’uomo col Tuxedo e il garofano rosso al taschino si ingegna a non lasciare nessuno a bocca asciutta; magari facendo un disegno su un taccuino che regala a una cheerleader o svuotando la sua valigia di tutti i vestiti che conteneva a beneficio di quattro giovinastri.
Quando non ha veramente più niente si libera anche del carrello tenendo soltanto la sua valigia verde. Adesso è notte fonda e una giovane sposa si allontana veloce spingendo il carrello.
Cambio di scena, si torna al punto di partenza del video e c’è una mucca che procede in direzione opposta, l’ultimo incontro è con un gruppo di bambini, a loro regala la giacca, il cilindro e le scarpe.
Il viaggio ora è proprio finito ma lui ha ancora un oggetto nella sua valigia che lascia ben sistemato a terra: l’orologio, tra tutti il più artistico che segna le sette e un un quarto.
ELVIS COSTELLO. JESSE DYLAN. 2002.
