RISINGSON / MASSIVE ATTACK (WALTER STERN)

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CASA, DOLCE CASA.

Il videoclip di “Risingson” dei “Massive Attack” è un’immersione in un’atmosfera cupa e inquietante, una sorta di sogno distorto in cui realtà e incubo si mescolano senza soluzione di continuità. Diretto da Walter Stern, il video si svolge all’interno di una casa tetra e claustrofobica, dove i membri della band si muovono con un’aria assente, quasi ipnotizzati, attraversando stanze vuote e soffocanti che sembrano impregnate di un’energia oscura e indefinibile. L’ambiente, illuminato da luci fioche e soffuse, restituisce un senso di disagio crescente, come se qualcosa di minaccioso fosse sul punto di manifestarsi da un momento all’altro.

Proprio come accade in “Karmacoma“, dove gli spazi dell’hotel-labirinto sembravano deformarsi sotto il peso della tensione, anche in “Risingson” il luogo diventa il vero protagonista, uno spazio che pare vivo e ostile, un non-luogo in cui ogni angolo nasconde un presagio di pericolo. All’esterno della casa si intravedono sagome nell’ombra, figure indistinte che osservano senza farsi vedere, alimentando una sensazione di paranoia costante.

Ma è all’interno che si avverte qualcosa di ancora più inquietante, una sorta di presenza invisibile che si insinua tra le pareti, come se le stanze fossero abitate da entità silenziose, esseri nati dal buio, le creature Mezzanine, che non si mostrano mai, ma lasciano dietro di sé un’impercettibile scia di angoscia.

Il video si muove al ritmo della canzone, con un montaggio lento e ipnotico che amplifica il senso di sospensione e smarrimento. I bassi profondi, il beat cadenzato e le voci sussurrate creano un’eco di inquietudine che sembra estendersi oltre la musica stessa, mentre le immagini si insinuano nella mente come frammenti di un’allucinazione dalla quale è impossibile distogliersi.

Non ci sono spiegazioni, nessuna narrazione chiara o messaggi espliciti, solo suggestioni che lasciano addosso una strana sensazione, come se qualcosa di non detto continuasse a risuonare anche dopo la fine del video.

Ancora una volta i Massive Attack giocano con il mistero, con l’ambiguità e con quella loro capacità unica di trasformare un videoclip in un’esperienza sensoriale totale. Risingson non si guarda semplicemente, si assorbe, si lascia insinuare nei pensieri, lasciando dietro di sé una scia di tensione, di fascino oscuro e di ipnotica irrequietezza.

MASSIVE ATTACK. WALTER STERN. 1998.

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