
APELLE FECE UN OMINO DI OSSA DI POLLO.
Non era facile tradurre in forma visiva il sound che gli Squid hanno messo assieme per il presente brano: un riff travolgente, forsennato, ipnotico, retto su una solidissima bassline, tempestato da inafferrabili stridii elettronici, percorso dalle strofe beffardamente oscure dei vocalist.
Raccolta la sfida, il regista Rory Alexander Stuart realizza un video talmente fuori dal comune da rispecchiare con totale coerenza questo tour de force di insania sonora.
È notte fonda in città, tutto tace e non si scorge anima viva per le strade buie… eccezion fatta per un bizzarro figuro che se ne va a zonzo su un paio di rollerblade imbardato come in uno spot futuristico sul riciclo della plastica!
Avvolto in un trasandato impermeabile azzurrognolo che pare ricavato da sacchi dell’immondizia, con tanto di cappuccio e occhialini per rendersi irriconoscibile, questo pazzo pattinatore fila con falsa scompostezza su marciapiedi, panchine e pezzi di arredamento urbano, tra saltelli e corse degne di un trip amfetaminico.
Illuminato dal fascio di una torcia elettrica, il misterioso rollerblader (interpretato dal fuoriclasse Neil Nelly Ingall) cerca di evitare l’intrusivo occhio di luce in un’epilettica fuga che il montaggio strapazzante di Tom Chick fa sembrare ancora più scalmanata.
Non riuscendo a seminare il nemico, il nostro gli si scaraventa addosso e riesce a sottrargli la torcia: ora potrà proseguire il suo strampalato tragitto facendosi largo tra le tenebre.
Spostando il cerchio di luce stroboscobica su pareti di cemento e sull’asfalto, Ingall si ritrova vittima di un gioco illusorio di ombre cinesi, tormentato da sinistre silhouette di sacerdoti indemoniati o tipacci della stessa risma.
Uno di questi eterei personaggi rigurgita un ammasso di ossa di pollo smangiucchiate, che non tarderà a lasciare il regno delle ombre per proiettarsi nel mondo concreto, assumendo la forma di un omuncolo semovente!
Lontano parente del feticcio Zuni visto nella “Trilogia del terrore” di Dan Curtis, questo adorabile mostriciattolo – mosso con rozza efficacia da una lenza invisibile a mo’ di marionetta – perseguiterà il povero pattinatore notturno tendendogli maligni agguati come nel più acido dei brutti sogni.
Durante questo surreale inseguimento, Ingall trova comunque il modo di dare ampia dimostrazione della propria bravura, esibendosi in acrobazie e balzi davvero notevoli, che neanche la goffaggine del suo atteggiamento riesce a degradare a un livello ridanciano.
Tra riprese fluide, stacchi di editing fulminei e usi quanto mai funzionali di lenti fisheye, questa raccolta di exploit fisici è in grado di gasare anche i meno avvezzi agli sport metropolitani.
Intanto, alla stregua di un evanescente guardiano del destino, o di un sommo burattinaio dai foschi voleri (magari lo stesso che muove i fili dell’omino di ossa), il frontman della band si presenta saltuariamente sullo schermo a commentare la vicenda dalla sua intangibile posizione astrale, ridotto a soli volto e mani grazie alle magie post-produttive della tecnica chroma key.
Tanto per aggiungere un pizzico di stranezza a un videoclip del tutto ordinario, no?
Infine, l’amico Ingall deve arrestare la propria corsa dopo aver raggiunto l’estremità di un molo. Si guarda intorno, la torcia non sembra individuare nessuna creaturina pseudo-gallinacea nei paraggi, ma è troppo presto per cantar vittoria: l’omuncolo gli salta addosso, e i due avversari cadono nel vuoto sottostante mentre il sole si alza pigro nel cielo.
Game over? Non proprio: nel consolante epilogo troviamo il rollerblader sano e salvo, a volto scoperto, mentre osserva stranito l’aria albeggiante che lo circonda.
All’improvviso un conato di vomito lo induce a estrarsi dalla gola nientemeno che il famoso ometto di ossicini!
Ingall, sorpreso, posa a terra il buffo essere e lo osserva mentre ballonzola davanti a lui. Alla luce del giorno, quel tipetto non sembra poi così inquietante… Anzi, è davvero divertente! Iniziando a scimmiottarlo tra brevi e rozze risate, il nostro pattinatore squilibrato scopre di essersi trovato un nuovo amichetto.
Solo il magico potere del weird riesce a trasformare i lieti fini più melensi in pura genialità.
SQUID. RORY ALEXANDER STUART. 2025.