QUANDO LE IMMAGINI VALGONO PIU’ DI MILLE PAROLE.
Il video Ya no sé qué hacer conmigo dell’album Raro realizzato dall’uruguayano gruppo rock El cuarteto de nos nel 2006 è il racconto grafico di una personalità. Gli elementi che ci racconteranno la personalità dell’io narrante della canzone si comportano nel video come se fossero dei modelli psicologici per descrivere la personalità di un individuo all’interno di una mappa concettuale fatta per immagini che scorrono a ritmo incalzante e che giocano a trasformare le parole. Storytelling, arte di raccontare e dunque visualizzazione del pensiero di Roberto Musso, autore e cantante della band. Un pensiero disegnato, per un video realizzato e animato dal duo Fran & Gutiërrez vincitori del Premio Graffiti come migliore Videoclip proprio con questo lavoro.
In questi 4 minuti di rap sudamericano, ogni frase viene sottolineata ed esaltata anche se mai in modo didascalico. L’intenzione è caso mai quella di creare una metafora visiva del modello di personalità che si può presumere essere quella di Roberto Musso stesso (almeno il 62% delle cose dette sono vere, dice in un’intervista!), che qui diventano il modello colorato delle sue molte personalità dominanti. Una serie di caratteri che premono per diventare principali sui quali il quartetto ritornerà più volte nel corso delle altre canzoni dell’album, (ma anche negli anni a venire all’interno di album futuri) che sono secondo me dei capolavori della scena rap sudamericana. Queste figure facilmente riconoscibili creano emozione, complicità ed empatia perché la mappa mentale o concettuale serve per disegnare allo scopo di simboleggiare le idee che abbiamo in testa.
Quindi queste immagini ci parlano in generale di estroversione, di apertura, di responsabilità, di cordialità verso sé stessi ma anche di nevrosi rispetto alla immensa capacità di errore dell’uomo medio. Il protagonista, già stato etico ed erratico ecclettico e fanatico ed è stato pudico e metodico vegetariano, sano. Ha già fatto il coltivatore di caffè in Nicaragua è stato capace di affogare in un bicchiere d’acqua e dunque si scopre nel video che ormai tutto è già stato sperimentato. Che è già passato dalla nafta al gasolio, è stato contro ed è stato a favore e quindi ha già letto Breton e Moliere. Ha pensato a tutto e al suo contrario e ha già misurato sia in termini qualitativi che quantitativi, quanto il successo delle proprie azioni sia strettamente collegato alla quantità di partecipazione. Infatti quel che gli dava piacere adesso gli procura dolore e dunque da sovrano della propria vita ha visto quanto grande possa essere il dominio della propria responsabilità. Poi scopre anche quanto poco valessero le proprie scelte e in che baratro mentale si può cadere non appena pensa o dice di sé stesso di essere un genio!
Ha visto quanto coscienzioso e diligente e quanto aperta fosse la propria vita e la propria fiducia nel destino. Quanto necessario ordine e razionalità nelle scelte e quanto industriosa e produttiva possa essere una scelta di vita.
Il successo a lungo termine è assicurato. Eppure c’è l’altra faccia. Quella del negligente che non sa che fare con sé stesso. Quella che influenza in maniera negativa lo sviluppo della persona e la speranza di una felicità duratura.
Sebbene esista una specie di componente genetica il testo sottolinea che è possibile fare in maniera diversa e cambiare in maniera sostanziale.
Per prima cosa però, bisognerà fare una valutazione situazionale (il classico: dove siamo? dove vogliamo andare?) dalla quale forse, andarci a prendere una motivazione.
Il problema è che non è facile sconfiggere sé stessi. Non è facile stabilire un modo chiaro di comportarsi, in modo da avere ciò che si vuole dalla vita. Il video sembra quasi volerci suggerire allora di scriverlo cercando di rendere così intensa l’interazione tra grafica, azione dal vivo e carattere tipografico. Un po’ per ordinare le idee e un po’ per concentrarsi sulle contraddizioni e imparare a riderne. Tante sono infatti le batture di spirito e l’ironia tra testo cantato e l’immagine scelta per illustrarne il senso. La cosa simpatica è che non è pensabile evitare di essere ambigui e vaghi sugli obiettivi. Si può vincere e allo stesso tempo sentirsi vulnerabili. Aspettare comodamente il fallimento.
Quando le contraddizioni diventano troppe e la mappa mentale testimonia che il processo di scoperta e di maturazione non è avvenuto allora, è ovvio che non c’è alcun avanzamento verso l’obiettivo desiderato. Che in realtà si sta fallendo e allora è semplice. La fine è una sola!
EL CUARTETO DE NOS. FRAN & GUTIERREZ. 2006.