CORNER OF MY SKY – SEI QUI MA SAI COME?
Se vogliamo una storia spazio temporale tra il fisico e il metafisico dalle suggestioni destabilizzanti e ultra naturali, possiamo sperimentare la bellezza, la lunghezza e l’ampio tempo narrativo che ci viene offerto da una storia creata ad arte per il video di Kelly Lee Owens – Corner Of My Sky ft. John Cale.
Folgorante ed elementare rappresentazione di un fenomeno quotidiano e ai limiti del banale, conseguenze inquiete perché incomprensibili.
L’idea è semplice e viene innescata dall’apparente mal funzionamento di un tostapane dove il risvolto è assolutamente inconsueto e per questo dà tracce di altro all’interno del quotidiano. Può essere sospettata una questione quantistica di buchi neri e antimateria. Una faccenda di multiversi con esistenze parallele e allarmanti incapacità a cogliere tutte le pieghe di questo cosmo.
La storia scorre con un montaggio veloce che segue una musica ampia e dal largo respiro. Le immagini sono riempite prevalentemente da ritratti psicologici pieni di una fisiognomica di incertezza e insicurezza: espressioni di un personaggio coinvolto suo malgrado nell’inconsueto.
Piccoli incidenti. Piccole meraviglie.
Il tasso di anormalità aumenta fino al paradossale con la veloce comparsata di un personaggio, inaspettato testimone del fenomeno, per il quale il problema è effettivamente presente ma irrilevante.
L’incidente porta alla sovrapproduzione di tentativi in modo maniacale. Il protagonista cade in una psicosi ripetitiva che lo imprigiona all’alternanza di mistero e nuovo tentativo: uno ancora… uno ancora e un altro ancora… ancora un tentativo e ancora uno… fino allo svelamento paradossale dell’accaduto.
La soluzione ci è regalata con elementare leggerezza ed è facilissima da comprendere: niente di quello che viviamo, conosciamo e sperimentiamo in tutta la nostra vita è qualcosa di minimamente comprensibile.
Kelly Lee Owens. Kasper Häggström. 2020.