GERMINAZIONI DI MOVIMENTO.
Una performance, un’azione di teatro danza contemporanea, hanno spesso un respiro ampio, metaforico. Tempi dilatati che esprimono il corpo fino alla fatica e lo torturano comprimendone i movimenti, i gesti, la libertà. In altri casi lo sforzo e il sotto sforzo sono portati al limite: ma è sempre un corpo radicalizzato il focus principale.
Le azioni del video Panic di Forest Swords estratto dell’omonimo album Panic, seguono questa linea espressiva. Susseguirsi ben cadenzate e montate in modo evocativo di vere performance visive con il corpo in azione come soggetto principale e ingombrante. Movimenti, o più precisamente, germinazioni di movimenti vigorosi e significativi. Respiri trattenuti colti nell’istante che si preparano ad inspirare. Posizioni raccolte e tese rivelate nell’attimo prima di schiudersi. Pressioni che riassumono piccole crudeltà e grandi limitazioni, equilibri incerti e innaturali, piccole macchine o macchinazioni fatte di bastoncini e corde, veli e plastiche o tessuti sfrangiati che mostrano sempre il bordo, il limite.
I movimenti della telecamera, occhio ossessivo e insistente, i suoi tempi rarefatti e ampliati, svelano le linee ma le fanno intuire, mostrano la forza ma la sottendono, creano un’azione performativa di quelle frequenti nelle gallerie di un certo tipo e nella danza delle sperimentazioni più interessanti.
E poi nessun volto umano facilmente distinguibile. Corpo umano ma in assenza di una vera identità personale.
Non consueta rappresentazione visiva per una musica ipnotica, dai tratti mistici, profonda e che si appoggia a una visione interiore dagli echi ascetici.
A fugare ogni dubbio sul fatto che le azioni descritte vogliano appartenere al mondo espressivo dell’arte sono i due dati rilevanti, che la maggior parte del video è stato realizzato alla galleria Static Gallery di Liverpool (per chi fosse interessato ttps://www.statictrading.com) e che Matthew Barnes (alias Forest Swords) firma la direzione artistica delle azioni performatiche.
Forest Swords. Sam Wiehl. 2017.