BREVE TUTORIAL PER DIVENTARE AUTENTICI.
Netta Barzilai è un’artista caleidoscopica, determinata, con una personalità spiccata e ben definita, estremamente versatile e moderna. Non sono abituata a usare tutti questi aggettivi, ma con lei è inevitabile. Anche il suo esordio peraltro non è abituale. Sembra anzi la classica carriera partita da una rivelazione. Della serie: io sono una giovane donna fuori dalla norma ma questa è la mia vita ed è arrivato il momento di smettere di nascondersi! Sto parlando – per chiarire – di quel preciso istante nel quale qualcuno dice a sé stesso: è tempo di costruire la rampa di lancio; questo è l’inizio di una lotta nuova che ha bisogno di nuova consapevolezza al tempo stesso, intima e universale.
Insomma, a me pare che quello di Netta sia un progetto artistico che non è solo musica ma un grido di libertà, un salto nel vuoto, una manifestazione evidente del bisogno di farsi ascoltare e di non sentirsi più invisibili. Quella che ci racconta è una storia molto intima e personale che brano dopo brano svela una ragazza israeliana musicista, compositrice e cantante che sta conducendo una ribellione che è prima di tutto personale. Intanto, la prima istanza: distruggere tutto! Demolire tutto quello che le avranno messo addosso sin da bambina: parlo di vestiti, di ruoli, di cose che non si possono dire e di giudizi sull’aspetto estetico. Poi demolire i luoghi comuni sulle donne e sulla bellezza in genere.
Ne risulta la rivoluzione personale di chi si ricostruisce da sola, ricominciando da zero cercando di ascoltare solo la sua parte più profonda, cercando di sfruttare la repressione, il trauma di non poter mostrare chi si è davvero solo perché lontanissima dallo standard della ragazza carina che canta bene. Netta ha trasformato tutto quello che canta – sia in termini di testo che di musica (sempre un misto di pop, elettropop e distorsioni o loop creati da sequencer, computer e sintetizzatore) in qualcosa di più vero e autentico che ha assoluto bisogno di venire alla luce. Esplosa in questa forma a mo’ di manga giapponese fatto carne, la sua trasformazione ci assicura che se ognuno di noi fecondasse la propria ribellione fino a vederla nascere forse ci sarebbe più caos nel mondo ma anche più felicità.
In questo video dove le atmosfere pop, elettroniche e le contaminazioni si fondono con l’ironia, i travestimenti alla Bjork e i giochi di ruolo, ciò che ci dice questa ragazza che vive a Tel Aviv e fa la youtuber è che non ha senso lottare per proteggere una cosa che ti mette a disagio, che ti fa sentire inespressa. È ora di cambiare direzione e di andare alla radice del proprio io per conoscerlo e farlo conoscere. Questo video sembra un percorso di autodeterminazione femminile dove lei stessa diventa una tappa archetipica e simbolica e chi guarda, potrebbe essere definito un “partecipante” tanto è attivo il ruolo che lei pretende dal suo pubblico! Ognuno dei suoi videoclip infatti è una narrazione aperta che trae origine dalla relazione tra la partecipante principale (lei) e lo spettatore attivo (di nuovo lei e noi tutti) ai quali lei insegna come mettersi in contatto con sé stessi in una prospettiva sia universale che particolare. Se, invece di semplice immedesimazione infatti, iniziassimo ad ascoltarla davvero, tutta la sua produzione diventerebbe un tutorial su come sviluppare una forma di comprensione collettiva basata sia sulle cose che accomunano gli individui che sulle specificità rappresentate da tutta quell’umanità costituita da personaggi che non rientrano mai nei parametri.
Netta. Samuel David Ben Shalom. 2019.