DISTROIA / MOUSE ON MARS (?)

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IL DIVERTIMENTO DELLA CRUDELTA’.

Metti un uomo nell’acqua bollente per vedere l’effetto che fa… a non si può? E non lo posso nemmeno schiacciare o spezzare o sbattere ripetutamente a terra da un’altezza considerevole? È un crimine? Va bè, allora sostituiamolo con un manichino.

Ecco di cosa parla il video Distroia dei Maouse on Mars: tutto quello che il sadismo vorrebbe farti fare al tuo vicino ma che il buon senso o forse la legge fa indirizzare ad un manichino con fattezze umane.

I manichini da crash test sono delle riproduzioni precise, con forma, peso e movimenti molto simili ad un corpo reale per poter, attraverso queste forme, simulare il comportamento di un corpo umano in incidenti mortali dettati da urti, schiacciamenti, violente torsioni.

Vedere a rallentatore e con un’inquadratura ravvicinata un impatto di uno di questi manichini da crash test è altamente impressionante. Lo sappiamo, lo vediamo bene che li c’è solo alluminio e rivestimento in similpelle. Si distingue bene la plastica dalla verità. Ma è impossibile non identificarsi, impossibile non pensare il nostro corpo o quello di un nostro caro al volante di quella macchina.

È per questo che questo video è disturbante e sconvolgente: perché respinge essendo difficile non immedesimarsi in quel dolore e quella crudeltà, ma sotto sotto, dobbiamo ammettere che una curiosità lievemente macabra ci spinge a vedere fino in fondo, a volerne di più. Può darsi che la spinta parta dal vedere che dopo un incidente violento e spaventoso ci si possa rialzare e può essere che l’interessa sia capire come cavarsela in quelle circostanze. Ma può darsi che il gusto sia poter sperimentare la propria cattiveria immaginando di infliggere ad un altro corpo umano, magari un nemico o un avversario, quelle torture e tutta quella cattiveria sapendo di poterla fare franca perché in qualsiasi momento possiamo uscire dal sogno e dire: è tutto finto, sono solo bambole!

Ma lo dobbiamo ammettere: la bambola ha una funzione che tocca l’archetipo della vita. Gli viene assegnato un valore feticcio di rappresentanza dell’essere vivente e quindi qui gli viene dato il compito di cavarsela, di sopravvivere in condizioni crudelmente estreme o soccombere impietosamente solo per la nostra soddisfazione.

Il video e la musica sono esaltanti. Il loop e l’eccitazione ossessiva spinta dai suoni ripetuti e sintetici, scatena e incita a quella sadica creatività che fa immaginare un orizzonte ancora più estremo, una punizione ancora più spietata.

Quegli uomini. Quelle fratture, quelle morti di plastica ci sollevano da ogni responsabilità legale e morale ma fanno riaffiora il sospetto che l’uomo sia un animale cattivo e col sottile piacere di esserlo.

In apparenza il video sembra tirato via, con mezzi tecnici di basso livello e improvvisato ma invece, a mio parere, tutto concorre a creare un vero e proprio esperimento antropologico e psicologica su noi bonari e placidi spettatori.

Mouse On Mars. Regia: not found. 1999.

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