BROTHER EYE [LIVE VIDEO] / THE FLAMING LIPS (WAYNE COYNE AND BLAKE STUDDARD)

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C’È STATA UNA PANDEMIA E ANCH’IO ME NE SONO RESO CONTO

Gruppo decisamente interessante e di successo anche se non mi piace particolarmente e non lo ascolto quasi mai.

I video di concerti non sono i miei preferiti a parte quelli che ho visto e ho pienamente goduto…

Allora perché scrivere di un video di un concerto e di un gruppo che non sono decisamente nelle mie corde?

C’è stata una pandemia!
Incredibile sentirmi dire questa cosa, perché ho vissuto questo periodo impegnandomi a non farci troppo caso, un po’ a negarla, un po’ a scacciare da me che il terrore fosse alla porta, potesse toccare i miei cari e che i morti elencati nei bollettini giornalieri, fossero vittime lontane di una guerra combattuta in un altro mondo.

In verità non è stato così e sto solo romanzando, ma la mia vita scorre da sempre, per lo più, chiusa in una stanza da solo con contatti con l’esterno fatti tramite uno schermo già da molto prima dello smart working come cura e salvezza.

Il video del brano Brother Eye, tratto dal concerto in Oklahoma partito nel 2020 (si proprio in quell’anno terribile lì) dei The Flaming Lips mi ha fatto effetto. Mi ha fatto venire un nodo in gola. Non so di preciso perché. Forse per senso di colpa. Forse perché finalmente ho dovuto accettare che è cambiato qualcosa nel mondo, nella vita di ognuno di noi.

Forse perché il brivido di spavento saliva dall’acquisita coscienza che da sempre l’essere umano per quanto sociale e partecipe sia, vive in una bolla, singola e separata dagli altri, dal mondo.

Sono rimasto sbigottito da quell’idea a suo modo geniale. Un concerto con 100 spettatori che partecipano all’evento in totale sicurezza: 100 persone in 100 bolle. Questa volta non in senso figurato. È proprio quel che accade. 100 persone assistono ad un concerto, una accanto all’altra (per così dire) ognuna sigillata in una bolla di plastica trasparente che le dà la possibilità di prendere parte a tutto ma quasi essendo in assenza. Come uscire di casa portandosi dietro la stanza. Come vivere in uno spazio proprio ma assolutamente determinato e limitato.

La canzone che ho scelto non so nemmeno se sia la migliore di un concerto che è presente in rete o delle loro live in streaming (che controsenso dire così) che hanno la stessa formula della bolla. Questa mi ha colpito particolarmente perché il video inizia con un silenzio, forse tra una canzone e l’altra, forse perché è un inizio concerto un po’ anomalo e sommesso. Quel silenzio mi ha fatto vedere quel pubblico sospeso in un’esperienza molto creativa e divertente che consegna ad ognuno la libertà di una prigione trasparente.

Ho avuto paura. E se d’ora in avanti dovessimo vivere, amare, avere relazioni, partecipare ed esprimerci in una bolla non più metaforica… e se la nostra futura libertà fosse una prigione trasparente non più metaforica?

ArtistaThe Flaming LipsAlbum: American HeadData di uscita: 2020

The Flaming Lips. Wayne Coyne and Blake Studdard. 2020.

Qui aggiungo un video patchwork di allestimenti e retroscena del concerto. Anche questo molto interessante

Qui aggiungo anche un bell’articolo della BBC sull’invenzione e sull’evento.

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