…MEGLIO DANZARCI SOPRA!
Il regista nippo-americano dirige con mano ferma un musical sui generis, facendo leva sullo sguardo tra stupito e bonario di Glover/Gambino, nell’elencare con nonchalance contraddizioni, falsità, distorsioni e mistificazioni nei confronti delle forti disuguaglianze di cui la bandiera americana è tutt’ora macchiata pur ostentando (anche) oltre confine il tanto propagandato politically correct. Un lungo (falso) piano sequenza in cui si alternano leggerezza e crudeltà, sorrisi stampati in faccia ed esecuzioni spicciative senza batter ciglio, in una coreografia dal sapore antico (che rimanda alle radici afro, ai campi di cotone, i cori gospel) con sullo sfondo il fuggi fuggi da guerriglia urbana.
La giocosità dell’inizio si tramuta in Gambino nella consapevolezza di averla “fatta grossa”, quindi, alla fine, meglio non rischiare ancora e, di corsa, tagliare la corda.
Argomento colpevolmente irrisolto, sulla condizione sempre tesa degli afroamericani, costantemente sotto il mirino dei “detentori dell’ordine” e della più che sbilanciata macchina giudiziaria. “E’ questa l’America” (?!)
CHILDISH GAMBINO. HIRO MURAI. 2018.
