L’INGRANAGGIO ALLA LUNGA SI INCEPPA.
Le varie fasi di una noiosa vita di un giovane single, nei diversi approcci al quotidiano, “riprese” da un angolo visuale centrale che spazia in una continua sequenza a 360 gradi e capta in modo caricaturale i punti nodali della routine nella sua giornata tipo, la sveglia, la colazione, la scrivania e il faldone di fogli, il viaggio in metro, il rientro, la doccia, ecc ecc.
Fasi che si deteriorano via via in quella ripetizione circolare, così il disagio e l’insofferenza si accumulano interferendo l’uno con l’altra, rendendo insopportabile la reiterazione delle stesse cose negli stessi momenti in una escalation di insensatezze, che ricordano l’ossessione della catena di montaggio e che, alla fine snervano il nostro protagonista, fino a una totale passività e trascuratezza: una vita bruciata.
Si legge in giro che la mania di perfezione del regista e dell’interprete sia arrivata ad un livello tale che ci son voluti ben 9 mesi per portare a termine il progetto nei suoi vari livelli di difficoltà, dalle meticolose messe a punto dei particolari, sia quello realistico che quello cartoonesco del contesto rotante, angusto e claustrofobico, che ad ogni “giro” in stop motion, rende evidente la disgregazione, insieme, dell’ambiente e della mente.
GOTYE. DARCY PRENDERGAST. 2011.
