FIRES / LIFE IS BETTER BLONDE (NATALIE ERIKA JAMES & BEN MORGAN)

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IL FUTURO DELLE MAMME PERFETTE.

Davvero difficile inquadrare il videoclip di Natalie Erika James e Ben Morgan, apparentemente una “semplice” divagazione fantadistopica che ricorda da vicino gli universi agghiaccianti della serie inglese Black mirror, ma che una visione d’insieme meno superficiale si rivela una delle più deprimenti parabole psicologiche dei silenti pregiudizi sociali che ancora oggi perseguitano le donne, in barba a tutti i preziosi traguardi raggiunti a fatica nel corso degli anni.
L’inizio è emblematico: una perfetta casalinga anni ’50 si prende cura della propria deliziosa dimora e del frugoletto che dorme in culla, impeccabilmente, meccanicamente. Sin troppo meccanicamente: si verrà così a scoprire che la signora in questione non è altro che l’avatar di una sconosciuta videogiocatrice!
Un mondo virtuale, insomma, una realtà ludica che esiste solo in funzione di un paio di occhiali e alcuni sensori manuali opportunamente indossati da chi desidera “evadere”, anche solo per una partita. Il fatto che ci troviamo nel paradiso del maschio medio-borghese americano del dopoguerra (casa confortevole con moglie bella e silenziosa, ottima cuoca e madre diligente) ci fa pensare a uno strano futuro prossimo in cui gli sviluppatori di simili giochetti mirano al condizionamento mentale delle loro clienti, a educarle secondo le “care vecchie tradizioni”, un po’ come succedeva nel romanzo La fabbrica delle mogli di Ira Levin. In fondo la musica dei Life Is Better Blonde non suggerisce nulla di meno inquietante.
Chissà, magari si tratta di un vero e proprio campo di addestramento, una specie di simulazione della vita domestica, obbligatoria per chiunque sia in procinto di crearsi una famiglia, o ne richieda il diritto. Chi lo può dire come vadano le cose in questo misterioso futuro? Diciamolo pure: i tempi non paiono esattamente rosei, comunque la si guardi.
A ogni modo, qualcosa va storto: una cattiva gestione dei tempi, una breve distrazione, un errore banale. Insomma, chiunque può dimenticare il ferro da stiro acceso su un panno, no? Be’, se è facile prevedere la reazione ignea scaturita dall’incidente, non è altrettanto semplice immaginare quanto accade in seguito. Come se la minima imperfezione non fosse ammessa in questo mondo digitale, ogni altro oggetto nella casa prende fuoco: la torta, la carrozzina, le stanze… e per finire anche la madre! La poveretta sembra destarsi dal suo torpore robotico, acquisire una coscienza propria, solo negli ultimi istanti, quando è ormai troppo tardi per riavvolgere il nastro.
Finito tutto, missione fallita.
“Game over” è stampato a caratteri cubitali nel cielo.
Ma è qui che avviene la svolta: vi siete mai chiesti dove vadano a finire i personaggi di un videogioco una volta caduti in battaglia? La nostra eroina giace in un prato fiorito, una sorta di paradiso virtuale dove affrontare l’eterno riposo. Poteva andarle peggio.
Nel frattempo, torniamo alla giocatrice, quella in carne e ossa che abbiamo lasciato con un visore addosso. Forse è arrivato il momento di toglierselo dagli occhi, di guardare la realtà com’è davvero, di ribellarsi agli standard che qualche maschilista al potere ha imposto per lei.
Ma si sa, a volte l’amore di una madre va al di là di qualsiasi orgoglio, abbraccia il compromesso, si piega alle norme che ne garantiscono la fioritura… e non si dà per vinto neanche di fronte alla morte.
E così, fregandosene di regolamenti e convenzioni, la gamer riaccende il visore, “resuscitando” la sua stessa avatar! Bruciacchiata e sanguinante, essa esce da un body bag, come una farfalla zombi che sbuca dalla sua macabra crisalide: altro che candido riposo in un campo soleggiato!
Quindi torna a casa, dove un’altra avatar l’ha già sostituita, e si ricongiunge col suo bambino. Lo coccola. Lo culla con tenerezza.
La nostra giocatrice invece tiene in braccio un mucchietto d’aria. In un appartamento fatiscente. Da sola. Disperata. E quasi possiamo capire la sua voglia di evadere, a costo di sacrificare la propria indipendenza, la propria umanità.

Welcome to the future.

LIFE IS BETTER BLONDE. NATALIE ERIKA JAMES & BEN MORGAN. 2017.

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