LA RAGAZZA PERFETTA.
Sevdaliza nella sua canzone Darkest Hour crea un loop di parole, un mantra scandito tante volte che dice: È un mondo perfetto / Sono la ragazza perfetta – Sei l’incubo / E io sono il sogno.
Sembrano le frasi ripetute di una persona che è schiacciata tra il senso di colpa e l’aver subito qualcosa. È un mondo perfetto / Sono la ragazza perfetta – Sei l’incubo / E io sono il sogno e mentre avanza questo testo e poche altre frasi, scorrono nel video immagini di donne. Non star famose, non modelle, non ricercatamente belle, non particolarmente esplicative di quel o quell’altro concetto.
Donne.
Umanità varia ma al femminile.
Come per una mostra d’arte di ritratti appesi, scorrono facce, corpi, umanità dalle espressioni sommesse, con piccole gioie, drammi interiori, forti emotività, con il fascino del tempo sulla pelle, del lavoro sui muscoli: Donne.
Donne che lavorano, donne battute, donne giovani e estreme o anziane e di qualche posto lontano: donne.
Non c’è una protesta chiara o urlata dietro. Non c’è rivendicazione femminile. Non c’è manifesto: donne.
E quelle frasi ripetute nella canzone che continuano ad auto convincersi che tutto sia giusto, che io vada bene, che sia tutto perfetto.
Come se essere una donna fosse in fondo in fondo, l’errore, il fallo di non essere un maschio e per questo difetto, questa mancanza dover essere tutelata o messa da parte.
E invece no! il video è la volontà di affermare: io sono me stessa!
Sono tutte storie autentiche, diverse, con la voglia e il bisogno di libertà e di espressione.
Il video è una sequenza di sguardi che ti costringono a guardarti a ripensarti a capire, senza retorica o accuse. Il video è composto da piccole clip auto prodotte da donne di tutto il mondo. Webcam, cellulari o mezzi semplici e non professionali per auto narrare la propria figura di donna. Il tutto poi rimontato da Sarah Benjamin e An Simin, in una sequenza continua che a tempo di musica ci dice che ogni donna, in quanto donna, anche se nell’ora più buia è perfetta in un mondo perfetto.
Sevdaliza. Sarah Benjamin e An Simin. 2021