SWARM / MAX COOPER (A MCGLOUGHLIN BROTHERS FILM)

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QUI UNA VOLTA ERA TUTTA CAMPAGNA…

Per una volta non un video che accompagna ed esalta un brano musicale, ma un vero e proprio film di pochi minuti, una silent story completa, accompagnata da effetti sonori sintetici e musica (non ce ne voglia Max Cooper).

Si perché la musica qui è di grande effetto e ha una forza suggestiva e potente, ma la storia costruita dalle immagini, il suo piano emotivo, il racconto che ne scaturisce in modo chiaro ma assolutamente indiretto e che si forma nella testa dello spettatore è la parte più importante.

Ad un primo sguardo può sembrare un video che grazie ad un montaggio molto scaltro e veloce abbia tratti decorativi o che punti fortemente sul piano estetico: intense immagini astratte, organiche, che si trasformano in paesaggi bellissimi, natura incontaminata e rigogliosa, uno sguardo a volo d’uccello su ambienti difficilmente solcati dall’occhio umano. Poi immagini satellitari di luoghi che si trasformano nel tempo e subiscono cambi di stato, corsi d’acqua deviati, terre aride che aumentano o acque che si ritirano e poi le prime case. Traccia di un uomo ai confini del mondo. Da qui l’estetica pulsante e bellissima rimane, ma la narrazione cambia: ora si parla di trasformazione, condizionamento umano.

Linee rette di campi coltivati strappati alla natura spontanea, organizzazioni e controlli di paesaggi sempre più antropomorfizzati, topografie.

Come se al microscopio vedessimo l’organizzazione progressiva di cellule che si moltiplicano e si uniscono per creare una massa tumorale, da una visione aerea assistiamo all’urbanizzazione progressiva e famelica che come un virus si divora un corpo sano e vivente mettendo in atto un sistema di sostituzione dal naturale allo sfruttato, spremuto, impoverito e depredato della vita.

Ecco le metropoli – rettangoli e quadrati di cemento, di asfalto a coprire i polmoni della terra, azione utile prevalentemente a soddisfare l’avidità umana.

La visione si avvicina e le topografie, così da lontano ancora segni astratti e belli, diventano città, anzi ormai un’unica citta immensa e continua senza più confine – formicaio brulicante di piccoli animali bipedi e spietatamente bramosi di risorse e potere -.

La cosa che più impressione è che raccontato così il nostro bello ed unico pianeta appare chiaramente come invaso e non abitato dall’uomo, appare come abusato e non di sicuro amato.

L’uomo è l’unico virus per il quale forse non esisterà mai un vaccino…

Max Cooper. A Mcgloughlin Brothers Film. 2020.

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