DALL’ASTUCCIO DEI RICORDI.
La meticolosa arte della stop motion, che ormai sembra essere un marchio di fabbrica dell’artista Dropbear, si mimetizza fra gli arpeggi folk e cassa in 4/4 del musicista australiano Hudson, per dare movimento e vibrante giocosità ad un risicato set di cancelleria che ha accompagnato la vita di tutti noi dall’infanzia e in alcuni casi anche oltre.
Sullo sfondo di diversi materiali che conservano quella patina ludico/artigianale da cui siamo incantati da bambini, tra legno, fogli di carta, lavagna e pagine millimetrate, prende vita una frotta di matite liberatesi da tre astucci diversi, che compongono fantasiosi scenari in sequenza ordinata, che seguono con leggerezza le suggestioni del testo e rendono il racconto felicemente scolastico.
E’ divertente osservare la pulsazione del ritmo attraverso il su e giù delle matite gialle allineate come i led di un equalizzatore, perdersi nel roteare in cerchio, nell’accatastarsi e nel rimpicciolirsi delle matite colorate su fondo bianco e l’incursione di buffe nozioni elementari di
aritmetica, giusto per ribadire l’ambientazione infantile in cui siamo proiettati.
E se le matite sono troppo lunghe, l’intervento di un ironico temperino risolve tutto, così come accade a una scritta di una parte del testo, ridotta a un mucchetto di briciole di gomma volatilizzate in un batter d’occhio.
Insomma il giovane Dropbear ha tirato al massimo l’arco della sua creatività per vivacizzare con pochi mezzi e smisurata pazienza tecnica, un insieme di oggetti che in sè non si prestano granché alla costruzione e alla dinamica di un racconto e realizzare una clip che ha il sapore di un libro illustrato per l’infanzia.
HUDSON AND TROOP. JONATHAN “DROPBEAR” CHONG. 2011
Di seguito, per i più curiosi, un rapidissimo “dietro le quinte”…