AD ARMI DISPARI.

Una straordinaria miscela di stili e attitudini, che parte dallo stereotipo del rap occidentale coi suoi cliché ed espressioni toste, sciorinate con sfrontatezza dal giovane rapper olandese di origini surinamesi Sevn Alias, per un video ambientato in un contesto geograficamente molto
diverso, ma che conserva, nel costume e nella tradizione quegli atteggiamenti testosteronici radicali, persistenti e difficili da piegare.

Siamo in Egitto, in una zona sconosciuta coi suoi caratteristici interni ed esterni, tra umili case, zone desertiche, quartieri modernissimi ma isolati e saloni frequentati da uomini di tutte le età, in gandura e kefiah. Il regista segue quasi con distacco documentaristico, due “bande” di diversa estrazione che portano con sè un carico di aggressività più o meno latente, o in nome della tradizione o del miraggio della globalizzazione.

Da una parte un gruppo attaccato alle proprie radici, uomini vestiti tutti di bianco che, brandendo e roteando lunghi bastoni, danno il via ad una antica danza rituale di guerra,
mentre, in una zona periferica deserta, ragazzi in jeans e a torso nudo fissano immobili il loro “leader” che martella le sue rime davanti a una BMW truccata, per poi metterne a repentaglio il motore tirato al massimo sull’asfalto polveroso.

Le coreografie nel finale ben dirette da Sharif Abd El Mawla, tra il deserto roccioso sotto un sole accecante, rimandano, consciamente o no, al virtuosismo automobilistico tutto al femminile
nella clip Bad Girls girata da Romain Gavras.

SEVN ALIAS. SHARIF AB DEL MAWLA. 2018.