FIATO SOSPESO.
Su uno sfondo fluido di tende rosse, in un’atmosfera al ralenti quasi onirica e in assenza di gravità, alcuni pezzi di ottone emergono da dune di polvere bianca (granelli di sale?) grazie a leggere folate di vento che gradualmente lasciano spazio a successive fasi di natura alchemica, l’acqua che ne toglie le asperità e la secchezza, facendo risaltare ogni lucido dettaglio, il fuoco che ne ritempra l’ossatura metallica e infine il vapore (forma visiva del suono) che fuoriesce dalla campana dorata come ad intendere una sorta di rivificazione.
Una raffinata visualizzazione metaforica, ambientata in un luogo caldo e avvolgente, di cui è protagonista il corpo centrale di una tromba, fotografata nei suoi dettagli costruttivi, nei suoi meandri e cavità, immaginata come un satellite artificiale orbitante nel cosmo, verso il quale confluiscono, come moduli, le altre componenti dello strumento, in un pacato assemblaggio, ognuna perfettamente al suo posto.
Il regista Thockler ha saputo animare questa ricomposizione, attraverso una lenta e sinuosa coreografia (con delicate allusioni erotiche) musicata da un ipnotico brano per soli ottoni, eseguito dalla Brass Project, per una composizione della giovane musicista californiana, dal quale emerge con chiarezza il timbro dello strumento protagonista, in corrispondenza della sua graduale riemersione.
GABRIELLA SMITH. CHRISTOPHE THOCKLER. 2020.
