SOTTINTESI, SOTTERFUGI.
L’amicizia più che fraterna tra due teen-agers che condividono la passione per lo sport agonistico tra prove di forza e coraggio e momenti di leggera goliardia assieme ad altri compagni, fra scorrazzate in scooter e sfide di gerarchia.
Il rapporto tra i due amici è intossicato però da un certo squilibrio emotivo, da una parte le illusioni e le aspettative del ragazzetto più riservato e remissivo, dall’altra le allusioni, i passi falsi e i mezzi sorrisi di chi ha capito, ma continua a perseverare in un gioco subdolo e ambiguo.
L’atmosfera e la leggerezza del mondo giovanile sono ben restituite dalla puntualità registica della danese Ida Andreasen e la sua sensibilità nel captare sguardi ed espressioni in bilico tra intimità e opposizione, in un ambiente in cui di solito il testosterone tende a celare qualsiasi resa di fronte ai sentimenti.
Ben aderente al suggestivo dream pop di Morten Søgaard e i suoi Masasolo, un mix tra live action che contraddistingue i momenti più spigolosi della quotidianità amicale e incursioni di animazione tra lo psichedelico e l’astrale che fa da ponte e amplifica il gioco delle parti e si fa via via sempre più inequivocabile, vanificando quei sogni e quelle aspirazioni, che si spengono bruscamente di fronte alla realtà dei fatti, afflosciandosi come quell’inutile e vuoto drappo nero che nel finale viene tenuto in mano dal ragazzo ormai disilluso.
MASASOLO. IDA ANDREASEN. 2019.