UNO SGUARDO SURREALE.
La regista María Sosa Betancor con la sua forte personalità creativa, utilizza vari media per rimarcare il suo background artistico che ha avuto origini nelle isole Canarie, sfiorando arte concettuale e design si è imposta giovanissima nel mondo commerciale, tra spot, documentari
e video clip.
In questo caso, per il brano di David Gracia “Fur Voice“, le liriche sognanti avvolte da un tocco psichedelico si fondono con un immaginario di natura “viscerale”, in cui surrealismo e metafora spiccatamente erotica si inseguono dall’incipit alla fine del video, con riferimenti simbolici agli elementi fondamentali (fuoco/occhio e triangolo capovolto/acqua).
Un viaggio onirico che percorre la sensorialità umana, giocando con lo stravolgimento, di volta in volta, della percezione ordinaria, sovrapponendo scene reali e stratificazioni di immagini proiettate, effetti di luci e ombre che partoriscono altre realtà, in aggiunta di misurati ritocchi in CG, insomma un’attitudine eclettica in piena libertà creativa che la regista spagnola ha consolidato sfruttando con mano ferma una palette di tecniche e stili differenti, per raggiungere un giusto equilibrio, poetico e forte nei significati.
Le immagini si concentrano sulle trasparenze, sui fluidi e lo loro riflettersi nelle pupille, dettagli che disegnano ulteriori luoghi dell’immaginazione, fatti di sensualità più o meno esplicita, nudità che si scrutano e si sfiorano, metaforiche tele sulle quali si alternano paesaggi surreali che, insieme, sono anche stati d’animo e sentimenti.
FUR VOICE. MARÍA SOSA BETANCOR. 2016.