UN MEETING ANNI ’50.
Un motivetto intonato da un coro di bambini (che sarà il refrain di tutto il brano) introduce una carrellata su un gruppo abbastanza truce di giovani giapponesi agghindati in pelle total black e assurde acconciature, che con sguardo protervo fissano direttamente in macchina.
Il regista Nilsson ha seguito in un quartiere di Tokyo una reale gang di strada rapita dal culto del Rockabilly, partendo dalle fasi di una giornata “tipo” del boss dei Black Shadow e la sua esagerata capigliatura che sta su grazie a gel e lacca in quantità industriale e che non ha bisogno nè di tiranti nè di sofisticate impalcature.
Giusto il tempo per qualche esercizio fisico, per una birra al pub, e poi lo rivediamo nel cuore del quartiere Harajuku, nel parco Yoyogi, dove si svolge il clou dell’azione, tra una schiera di altri irriducibili nostalgici che mantiengono viva la tradizione dei mitici anni ’50 americani, sfidandosi in danze “scosciate” di gruppo o pericolosi assoli virtuosistici sfascia-giunture, di fronte a un pubblico divertito.
Per rendere completo il riferimento nostalgico, non manca qualche parentesi di tensione tra i bad boys rivali con surplus di scontri e scazzottate, esibizioni testosteroniche e competizione contagiosa, ma tutto si scioglie presto grazie all’istinto della danza che accomuna l’ego collettivo, con un misto di rock&roll, soul, break dance e punte di ginnica goliardia (il salto della cavallina).
A fine esibizione, la mancata uscita trionfale in sella alla moto viene sbeffeggiata ironicamente dal gruppo e poi tutti a casa alla normalità quotidiana e a ridimensionare il vistoso ciuffo a banana.
PETER BJORN AND JOHN. ANDREAS NILSSON. 2009.