PICCOLI OMICIDI TRA NEMICHE.
Una serie di rumori e litanie distorte ci immergono nel vivo di una storia minimale divisa dallo split screen, una sorta di revenge in pillole dai connotati tra l’esoterico e il ludico, in un contesto puramente domestico e girato a bassa definizione (si tratta delle prime esperienze del regista Hostiou) dove due donne una accanto all’altra, si impegnano nell’eseguire lavoretti di routine, ognuna per conto proprio…. ma non sempre è così.
Le ambientazioni combinate sono diversissime, quella di sinistra colorata con una predominante blu elettrico, e l’altra totalmente bianca e asettica; le due donne hanno a disposizione pochi oggetti ordinati su un piano di fronte a sé, una chiave, guanti da giardinaggio, un vaso, un innaffiatoio e una lente da una parte, e un paio di forbici, un libro bianco, una scatolina per manicure e uno spray dall’altra, insomma, un set di utensili che sarà utilizzato in modo inconsueto (all’inizio) e via via sempre più raccapricciante.
Il brano dei francesi Fantazio prende una forma vagamente pop (siamo dalle parti di Manu Chao) quando una chiave sotterrata in un vaso dalla donna a sinistra, darà vita in pochi istanti ad una gerbera rossa, che “magicamente” sarà sottratta dall’invidiosa vicina di “cornice” e utilizzata poi come forma per uno stencil da colorarsi al petto su un lato del vestito bianco.
Comincia così una infantile ma composta sequela di dispetti fra vicine che non sempre si risolvono nel migliore dei modi, anzi sarà l’input per una escalation di violenza sempre più squilibrata, tra sforbiciate al petto ed espianto di cuore debitamente sotterrato nel vaso, ettolitri di sangue che colonizzano come rigagnoli l’ambiente asettico (e così anche l’altra metà dello schermo acquista colore) e perfino una lunga catena che fuoriuscendo dalla ferita, raggiunge l’altra donna incatenandola al suo triste destino.
Son tutte fantastiche possibilità creative che solo l’animazione in stop motion può rendere accettabili smorzando con un tocco di ironia le punte potenzialmente più assurde e cruente.
FANTAZIO. ARMEL HOSTIOU. 2006.