UN IMPAVIDO MESSAGGERO.
Una sinistra melodia per pianoforte introduce questa piccola horror comedy ambientata in un quartiere come tanti, in una villetta come tante presa di mira e abitata da una famigliola per bene come tante.
Sub Urban (il pop singer americano Daniel Virgil Maisonneuve) si presenta bussando alla porta della tranquilla dimora nelle vesti del classico portavoce di una religione X, con tanto di libro “Virgil’s Chronicle” in mano (autopromozione di un suo tour?) una parrucca color rosso acceso e un sorriso posticcio truccato sul viso, tipo clown.
La famigliola per bene “anni ’50” non sembra gradire quest’insolita minaccia che si fa largo tra le stanze fluttuando a piè pari, e non c’è nulla che possa contrastarne l’irruenza, né le urla, né le bastonate inflitte, tantomeno le usciate sbattute in faccia.
La sua gentilezza impassibile mista a irruenza, riesce a suscitare disagio e paura tra i presenti che cercano invano un qualunque riparo e aiuto dalla polizia (simpatico il cameo di Benee/agente al telefono con la sua voce sexy); ma non c’è nulla da fare, lo strano “evangelizzatore” sbuca da tutte le parti in situazioni impossibili e tragicomiche, sfondando con nonchalance muri e soffitti, scomparendo e materializzandosi a sorpresa in ogni anfratto della casa.
Ormai raggiunta in giardino, la famigliola si arrende e invoca pietà da questa strana figura, una sorta di Golem / automa privo di emozioni e sentimenti, che in tutti i modi deve portare a compimento la missione di trasferire il messaggio destinato, scritto su una pergamena conficcata in gola, per poi, come un razzo sparire tra le nuvole verso una nuova destinazione…casa vostra?
SUB URBAN feat. BENEE. ANDREW DONOHO. 2022.