AGBOGBLOSHIE, CAN’T ESCAPE IT.
La vita è una merda. Ora, uso questo eufemismo sottile per dichiarare il mio disagio e il mio sconcerto di fronte a certe scene, di fronte a certe nostre scelte, di fronte a certe nostre responsabilità che ci portano ad essere degli abitanti ignobili di questo pianeta.
Non mi sembra ci sia molto da aggiungere se non: “pensiamo alla spazzatura che abbiamo creato ieri e che abbiamo lasciato andare nel mondo.”
La spazzatura son rifiuti. Tutti sappiamo cosa sono i rifiuti: chi non è stato respinto in amore o nel lavoro? Chi non si è sentito messo da parte per una cosa che voleva? Ecco: la spazzatura non è una cosa brutta, puzzolente e velenosa. La spazzatura è fatta di quelle cose che rifiutiamo. Un cappotto buono che ci fa sembrare idioti, uno stracchino non troppo cremoso, un cellulare vecchio sostituito dall’ultimo modello e così computer e giocattoli da rinnovare, elettrodomestici con meno funzioni dei nuovi. Li rifiutiamo e solo dopo diventano spazzatura, residuo ingombrate delle nostre vite… questi però, anche se spariscono dalla nostra vista, non spariscono affatto. Continuano a girare per questo mondo creando ingombri ingestibili. 8 miliardi di sudicioni che scagazzano rifiuti nel creato: qualcuno un po’ di più però
Sasha Rainbow pare sia una tipa tosta, una che non si spaventa di fronte a progetti rischiosi e duri, una che vuole raccontare storie importanti, una che ha vinto un sacco di premi col suo cortometraggio “Kamali”, storia complicata di una bambina indiana di 9 anni che combatte contro la cultura e gli stereotipi della complicata India di oggi per diventare una skateboarder (una che va sullo skateboard).
I Placebo hanno fatto questa cover dei Talk Talk e pensavano ad un video con loro stessi protagonisti che mentre suonavano, un mucchio di rifiuti elettronici li seppellivano lentamente. Sasha Rainbow ha risposto con questo progetto un tantinello più strutturato: si è trasferita ad Agbogbloshie, in Ghana, in quell’area immonda creata dalle nostre distratte e colpevoli vite produci spazzatura che è una delle più grandi discariche al mondo di rifiuti elettronici.
Il risultato è agghiacciante. La Rainbow fa ritratti di esseri umani normali, uomini, donne, bambini, ragazzi senza speranza, immersi in questo mare di spazzatura desolante pieno di televisori, computer, detriti elettrici, scartati di ogni tipo. Vivono. Sopravvivono adattandosi e organizzandosi. Non so se sia più terrificante il fatto che questi esseri umani vivano dentro questa diarrea elettronica o se ci si siano ambientati e tutto a loro probabilmente, dopo un po’, possa sembrare normale.
Concludo in bilico tra la rabbia e un senso di mia colpevole ipocrisia che mi fa indignare per quel che vedo ma scrivendo ad un computer che fra qualche tempo sarà un rifiuto e finirà in una discarica distruggi pianeta. Non si deve per forza essere nuovi luddisti o essere contro la tecnologia tout court: il video forse cerca solo di farci essere più consapevoli e di farci riflettere sulla conseguenza delle nostre azioni, sulle ripercussioni del semplice buttare via roba tecnologica. Oggi ci sono molti modi ingegnosi per riciclare la tecnologia. Oggi non è più possibile far finta che le nostre azioni non condizionino il domani e il mondo intero e come dice la canzone: “Baby, life’s what you make it. Can’t escape it”
PLACEBO. SASHA RAINBOW. 2017