L’ESOTERICO VIAGGIO NELL’IO.
Una canzone intimista per un video di arcana spiritualità. Gli stessi membri dei Big Thief interpretano i silenziosi personaggi del clip, diretto con evocativa eleganza dall’artista V Haddad e ottimamente fotografato dal newyorkese Adam Gundersheimer.
Mentre la delicatezza indie-folk del brano offre un opportuno complemento sonoro alle nevose location dell’area boschiva attorno al fiume Hudson, l’androgina cantante Adrianne Lenker accompagna il suo stesso chitarrista Buck Meek in un viaggio dalla meta ignota.
Gli abiti pellicceschi che i due viandanti indossano rifuggono da una precisa collocazione temporale, perdendosi addirittura nei meandri dell’epica fantasy, in una dimensione dove il moderno e il barbarico coesistono in un suggestivo e insondabile connubio neo-pagano. La gravità negli sguardi della coppia di protagonisti accresce la solennità della narrazione.
Non si sa nulla dei personaggi, quale sia la loro relazione, quale il motivo che li spinge a incamminarsi per impervie salite innevate, avanzando faticosamente durante il giorno, scaldandosi con mezzi di fortuna nelle notti gelide.
Basta però dare un’occhiata al volto pallido e sofferente del compagno di Adrianne per capire che qualcosa in lui non va: il giovane è malato, debole, e quel duro tragitto non fa che peggiorare le sue condizioni di salute.
La caparbietà dei due marciatori suggerisce che, qualsiasi sia la loro destinazione, laggiù troveranno qualcuno o qualcosa in grado di soccorrere l’infermo, e forse di salvargli la vita.
Passo dopo passo, tuttavia, le forze di Meek lo abbandonano, costringendo a un certo punto la sua accompagnatrice a caricarselo sulle spalle. Non c’è che dire: la cantante ha davvero il viso e l’attitudine di una perfetta eroina da cinema avventuroso!
Non coglie di sorpresa che, ad attenderli al luogo stabilito, sia una donna in vesti sacerdotali, affiancata da due uomini di pari imponenza: un po’ di esoterismo era davvero il minimo che ci potessimo aspettare. Curiosamente, i due aiutanti sono interpretati da James Krivchenia e Max Oleartchik, i restanti componenti della band, mentre alla “maestra” è stato dato il volto della madre di Adrianne.
Una scelta non casuale, dal momento che la canzone medesima riflette sul complesso rapporto fra genitori e figli, attraverso un’ottica personalissima, che richiama piuttosto esplicitamente eventi autobiografici della Lenker, e medita sul superamento dei traumi, sugli errori commessi in passato, sul peso che certi sacrifici hanno sulle nostre e sulle altrui vite.
Sarà questo travaglio interiore, profondo ma sfuggente, a determinare la vena onirica, surreale, indefinita e al contempo metaforicamente spiccata, che scorre lungo l’ultimo tratto del video.
All’interno di una sorta di tempio sotterraneo illuminato da candele, il corpo del malato viene adagiato su un altare, e ha dunque inizio un particolare rito curativo. Cerchi di sale, baci fra gli astanti, una manciata di terra sacra lasciata nel pugno del paziente…
Ma non è niente in confronto a ciò che avverrà dopo: un flashback rivela che Adrianne, qualche tempo prima, aveva ricevuto dalla stessa sacerdotessa uno speciale pugnale, affinché lo recasse con sé per quell’occasione. È giunto il momento di farne buon uso: con la dovuta calma, con precisione pressoché chirurgica, la ragazza incide il corpo del suo amico, e immerge la mano nel taglio.
E dopo la mano il braccio.
E dopo il braccio il corpo.
Sì, in un certo senso potremmo dire, accantonate le allegorie, che la cantante sia penetrata nel ventre del suo chitarrista!
La ferita nel busto di Meek si è fatta insomma via d’accesso per un mondo parallelo, una sorta di limbo purgatoriale immerso in una foschia rossastra, dove la Lenker si ritrova come smarrita, priva di punti di riferimento, ma sempre determinata a procedere.
È forse iniziata la seconda parte del suo lungo – oramai quasi dantesco – viaggio?
BIG THIEF. V HANNAN. 2017.
