DU SANG DU SINGE / LA JUNGLE (ALEX ORMA)

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SAN VITO DISCO PUNK.

Una brutta e cavernosa tosse si “impossessa” di un ragazzo costringendolo a dimenarsi nell’appartamento come in preda a strani spasmi, movimenti convulsi e scattosi che lasciano presagire a sintomi che vanno ben oltre quelli di un semplice malanno.

Pochi momenti di calma apparente e parte come una frustata il post punk al vetriolo del duo belga La Jungle, ritmo incalzante ideale per fare da sfondo ad un ballo sconnesso dai movimenti involontari e scoordinati, una danza evidentemente “non umana”, dai connotati sinistri e preoccupanti.

Il regista Alex Orma, attraverso un uso concitato e quasi febbrile della mdp, reinterpreta un horror-dance in chiave “apocalisse zombi” in un quartiere di Bruxelles rifacendosi ad uno straordinario fatto di cronaca legato all’isteria di massa avvenuto a Strasburgo nel 1518, ribattezzato poi “il ballo di San Vito”, una specie di epidemia che ha avuto origine (si dice) da un’intossicazione alimentare che ha infettato il sistema neuro-motorio e che si è propagata contagiando in poco tempo ben quattrocento individui ritrovatisi a “ballare” senza sosta nella stessa area, fino a crollare in fin di vita per collasso o sfinimento.

E così piazze e strade della città belga per l’occasione si trasformano in un set horror che degenera in un clima terrificante da reparto psichiatrico en plein air, con orde di folli che si raggruppano in una sorta di coreografia aggiornata del capolavoro di John Landis dell”83, trascinandosi qua e là nell’impeto si spasmi senza freno che neanche, all’interno di una clinica, i medici possono contenere o rimediare, anzi restando contagiati con gli stessi sintomi in un calderone spasmodico non privo di qualche punta di involontaria comicità.

E’ inutile rispolverare la cinematografia del filone zombesco o (parazombesco di riferimento) per questo video schizoide, un centrifugato di scene romeriane che si disperdono in contesti psichiatrici alla Cronenberg o limitandoci all’Europa, a “28 giorni dopo” di Danny Boyle e, ancora, a “Rec” del duo Plaza/Balaguerò, solo per fare qualche nome.

Un plauso allo strampalato corpo di ballo, che tra sussulti e convulsioni rende con estrema efficacia lo scollegamento tra volontà e pulsioni irrefrenabili, tipico di una patologia estrema e impressionante.

LA JUNGLE. ALEX ORMA. 2022.

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