CESSO E SUCCESSO.
Tre minuti, un ritmo incalzante, tantissima umanità che viene raccontata e soprattutto comportamenti nascosti spiati da un occhio indiscreto.
Mi chiedo spesso se “cesso” e “successo” hanno una qualche radice comune. L’assonanza è troppo forte per non farci credere che etimo e semantica non c’entrino assolutamente niente. Se ci fosse un messaggio? Se nella somiglianza di quelle due parole che teniamo ben separate ci fosse un segnale? E se il successo non fosse altro che un su-cesso? Cioè se il raggiungimento massimo della vita, se il traguardo finale non fosse altro che stare sul cesso come il re sul trono? Speriamo che questo che è solo un gioco di parole non abbia alcun significato recondito e profondo, anche se questo video ci potrebbe mettere dei dubbi in merito…
In bagno si fanno tante cose, di sicuro molte di più di quelle che ammettiamo e sempre con la stessa certezza possiamo dire che son quelle che difficilmente raccontiamo. Ci sono quelle normali o funzionali, vanno fatte abbassandosi le mutande e muovendosi con una certa cura per non sporcare e sporcarsi e ci sono quelle speciale che anche quelle vanno fatte abbassandosi le mutande ma sono alla ricerca di una soddisfazione più intima e sensuale. Sembrerebbe che le cose da fare in un gabinetto siano state elencate tutte ma in verità, come sappiamo tutti, ce ne sono molte altre. Specie quando siamo in pubblico in ufficio, a scuola, a lavoro in genere il gabinetto diventa rifugio e riparo da occhi giudicatori. Il gabinetto diventa il luogo dove rifarsi il trucco prima dell’incontro importante, dove recuperare forze, dove fare prove di fascino o darsi energia con le strategie o i gesti scaramantici che solo noi conosciamo di noi stessi. A chi non è capitato di rifugiarsi in bagno, pausa sicuramente concessaci anche dal più duro degli interlocutori, per farsi forza o concentrarsi prima della prova e fare tutti quei gesti idioti ma assolutamente fondamentali per la buona riuscita di ciò che stiamo per fare? Certo le cose cambiano da persona a persona: c’è chi prega o si fa forza saltellando sul posto e c’è chi pippa coca a volontà ma il gabinetto diventa una sorta di nascondiglio interiore…
Succede qualcosa di terribile in ufficio, l’hai fatta grossa, il capo ti ha strigliato ben bene o semplicemente hai fatto quella figuraccia di cacca (per rimanere in tema) e dove puoi andare per sfogare le tue lacrime o i tuoi gesti isterici senza peggiorare le cose? In gabinetto.
Raccontato così, il gabinetto, appare più come un luogo sensibile dove ritrovarsi, dove comprendersi e consolarsi. Ecco, visto così il gabinetto diventa terapia, trattamento medico, quello stabilizzatore dell’umore che tante volte ci ha impedito di gettarci con rabbia dalla finestra o di sfasciare tutto urlando contro superiori e colleghi.
Il gabinetto come luogo dell’anima.
Il video dei Vitalic, Second Lives, scritto e diretto da Julien Henry, ci racconta quest’umanità, racconta noi nel nostro intimo nascosto e lo fa con una carrellata serrata e sintetica di azioni segrete e comportamenti stravaganti rubati da un occhio spione terrore dei più paranoici quando frequentano luoghi pubblici. Il video è molto divertente perché ci ritroviamo tutto quello che abbiamo fatto (più o meno) in un bagno pubblico ed è interessante che con ironia e ritmo ci venga resa un’informazione quasi antropologica o comportamentale.
Ammettiamolo via, nell’intimo siamo ridicoli, ma attenzione a quel che facciamo che poi alla fine c’è qualcuno che deve ripulire tutto…
VITALIC. JULIEN HENRY. 2010.