PLASMARE IL BUIO E IL VUOTO.
Sirene, urla, atmosfere profonde e scure.
Come il brano – musica acida e ritmicamente ossessiva – non concede niente, nessun sollievo, nessuna consolazione, così le immagini progettate e create con la stessa logica offrono pochi appigli, almeno formali.
Musica e immagini sono un’esplosione di intensità, una lastra incisa con forza e in preda all’istinto.
Sensazioni intense e incombenti con detonazioni di percussioni e flash minacciosi che creano un’ambiente macabro e dionisiaco.
Lampi più che luci.
Apparizioni più che immagini.
Sensazioni più che una narrazione chiara o qualcosa di comprensibile a parole.
In effetti, tra luce abbagliante di colore, graffiature e figure percepite al volo, ci troviamo davanti più una cronaca onirico inconscia ed evocativo. Un inferno in terra. Tensione e potenza repressa, che però invece di confonderci con emozioni negative diventano sempre più energizzanti e stimolanti.
Questo brano va ascoltato con la memoria e questo video guardato con la nostra parte più profonda, forse quella che ci spaventa ma che è la nostra versione più animale e vibrante, quella che si confronta con l’ignoto, l’incomprensibile e il mistero dell’esistenza.
Qui, in questo video di poco più di tre minuti, l’estetica diventa il materiale concreto dell’inconscio e non nella forma della semplice esperienza del bello ma come azione energetica che può essere assimilata solo tramite il non razionale, al di sopra di codici o linguaggi formali. Questo video chiede di lasciarci andare al profondo e noi possiamo decidere se farlo e goderne o rimanere integri e intoccati scappando.
L’artista, Bobby Krlic in arte The Haxan Cloak è autore sia della musica che del video e dichiara di aver cercato con questa sua composizione musicale qualcosa che suonata dal vivo coinvolgesse in modo completo e ipnotico il pubblico e che questa sensazione fosse ripetibile ogni volta che il pezzo viene suonato. Il suo intento è quello di cambiare la percezione dello spazio in qui si trova il pubblico. Nella traduzione in video ha quindi cercato di riprodurre lo stesso percorso reattivo di coinvolgimento e ha realizzato disegni a carboncino e dipinti ad olio limitandosi a pochi colori scuri e forti contrasti per poi fonderli insieme in un video fatto di scatti singoli rimontati con l’unica necessità di suggestionare l’osservatore e trasportarlo in uno stato percettivo più profondo e psichico. Ne viene fuori un video immediato e senza compromessi, un susseguirsi stroboscopico di immagini e sensazioni coinvolgenti difficile da lasciare andare una volta incontrate. Un video che gestisce il buio e il vuoto come se fosse materia da plasmare e piegare.
THE HAXAN CLOAK. BOBBY KRLIC. 2023.